domenica 16 ottobre 2011

Ecco la lettera segreta intercettata a Bersani

Il leader del Pd lancia un appello: molliamo procure, Cei e indignati e facciamo proposte. Realtà o fantapolitica?

E' arrivata in busta chiusa questa lettera riservata di Pier Luigi Bersani ai suoi.
 Non posso garantirne l'autenticità, ma è interessante. Ecco il testo. 
 «Cari compagni e amici del Pd, Berlusconi la maggioranza assoluta della Camera l'ha confermata. I giornali ci tengono bordone e parlano di vittoria di Pirro. In effetti se Berlusconi non fa qualcosa di serio per riprendere in mano il governo e la maggioranza, con una svolta decisionista dopo i tanti mesi in cui l’abbiamo obbligato alla paralisi e alla strategia difensiva, si troverà di nuovo nei guai tra non molto. Ma noi che facciamo? I radicali saranno anche “stronzi”, come dice la presidente del partito, ma loro hanno risposto che siamo “mediocri” e “buoni a nulla”, un insulto-diciamocelo senza ipocrisia - più ficcante e preciso del nostro. Berlusconi sembra ormai un difensore delle istituzioni e del regolare svolgimento della vita politica in tempo di crisi, sembra un leader assediato da una canea propagandistica incapace di dare una qualunque prospettiva al Paese. Fossero riusciti i nostri agguati,con l’aiuto di tante Procure in mezza Italia, dei potenti e suggestivi mezzi del gruppo Espresso-Repubblica, forse oggi saremmo in grado di parlare di Berlusconi al passato, il che sarebbe comunque un risultato, anche se mi tremano le vene dei polsi a pensare che cosa poi dovremmo fare. Gli indignados? Ma via, compagni, lo sapete meglio di me che quelli sono movimenti “spintanei”, vanno a spinta, una volta sono viola e un’altra sono spagnoli, ma sempre roba scombiccherata e cieca restano, e oltre tutto lavorano per quel piccolo demagogo di Vendola, per quel trombone di magistrato entrato in politica che ci portiamo appresso. 

E allora che facciamo? Casini ci mena per il naso, eppoi sebbene la gerarchia cattolica faccia il suo solito salto della quaglia, con tanti a reggere la tonaca imbizzarrita, alla fine è una cosa embrionale, quelli seri non ci stanno a fare una rivoluzione bianca contro il centrodestra, e quanto ai programmi, alle idee e ai valori, lo sapete come lo so io, nessuno è più lontano da noi dei preti veri, non i pretini che predicano la questione sociale: c'è un Papa che si chiama Ratzinger e non molla un centimetro sulle cose non negoziabili, i cosiddetti valori. Lavorare per gli indignados, per Casini o per i pretini non mi sembra una grandissima soluzione. D'accordo? Certo, siamo procure-dipendenti, Repubblica-dipendenti (nel senso del giornale e dei suoi scrittori paracalvinisti che hanno in mente un'Italia che non c'è, la dittatura della virtù e altre follie lontane dalla nostra cultura). Siamo anche dipendenti, ormai, dal salottone della City di Londra e da quei gregari dei giornali stranieri che non capiscono un tubo dell'Italia vera, e intonano con me continue richieste di dimissioni. Ma è roba buona a creare un'atmosfera, sappiamo tutti che contano un’acca quanto all'orientamento effettivo sia delle cancellerie europee e mondiali, che alla fine i conti li fanno con il capo del governo in carica, sia al modo di vedere le cose dei cittadini di questo Paese. Ma prima o poi bisognerà che ci inventiamo una politica, non credete, cari compagni? 

 Ho una proposta. Siamo il primo partito nei sondaggi, siamo dominatori in Parlamento nell'area dell'opposizione. Possiamo tutto sommato riprendere almeno in parte il controllo del partito e della Cgil, e siamo nati per costruire un orizzonte riformista, non la caciara attuale, inconcludente com'è. Tanta gente, ma proprio tanta, spera che noi siamo capaci di proporre una cosa migliore di quella che propone Berlusconi e fa Berlusconi, un governo e un programma di alternativa fondato su fatti e cifre, su idee e forze capaci di realizzarle. Che ne dite se mandiamo affanculo tutti questi depistatori che ci hanno obbligato a fare politica come una setta di indignati speciali, e proclamiamo aperta una fase di lotta per vincere le elezioni del 2013, difendere gli interessi nazionali, farla finita con la politica dell'origliamento e del processo giudiziario come sostituto del consenso? 

Che ne dite se cavalchiamo il referendum per consolidare il bipolarismo di cui siamo coprotagonisti assoluti, magari con Berlusconi che lo fa pure lui, e aspettiamo con pazienza, ma preparandoci con grinta, la fine della legislatura?

Datemi un segno, ma già so che siete d'accordo, che non ce la fate più a fiancheggiare le mosche cocchiere, ronzanti e fastidiose, che hanno fatto della carrozza del Pd la succursale di mille avventure. Un saluto fraterno. Pier Luigi Bersani».

di Giuliano Ferrara
 
[FONTE]