lunedì 7 marzo 2011

Una lettura per farci quattro risate veramente appaganti!

Riporto quanto ha scritto Piero Sansonetti sul Riformista, giornalista certamente non di destra così come la testata, che lucidamente ci racconta quella che dovrebbe ( o doveva ) essere il nuovo grande scandalo italiano: la P4!  

Cercasi reato nell’inchiesta P4

 J.H. Woodcock. Un pm noto per l’eco mediatica delle sue indagini. A leggere i giornali l’imputazione nei confronti di Bisignani è quella di aver consigliato Masi contro Santoro. E allora?

 Ai tempi della Prima Repubblica il gergo politico era difficile da leggere. Dovevi conoscerlo se volevi capire il senso vero di una nota politica o anche di un editoriale. Se non conoscevi il gergo politico, e leggevi un articolo - poniamo - di Giovanni Spadolini, non capivi niente. Se qualcuno ti chiedeva: cosa hai letto? Rispondevi: «Boh».
Ieri ho letto tutti gli articoli che riguardavano l’inchiesta giudiziaria sulla “P4”. Tutti. Soprattutto, naturalmente, quelli del Fatto Quotidiano, che su questi argomenti giudiziari è sempre il giornale più informato. Vi giuro che non ho capito letteralmente un’acca. Niente, zero. Se uno adesso mi chiedesse: «Ma cos’è la P4?» Risponderei: «Boh». E se mi chiedesse di dire qual è il reato del quale sono accusati gli imputati della P4, ripeterei: «Boh». E se allora mi pregasse semplicemente di elencargli i nomi degli imputati, farei scena muta per la terza volta. Ho capito solo una cosa: il nome del giudice che indaga. Si chiama John Henry Woodcock.
Chi è? È un giudice molto famoso. Non perché nella sua carriera sia riuscito a fare condannare molte persone, ma per il motivo esattamente opposto: non è quasi mai riuscito a fare condannare nessuno. Se uno riceve un avviso di garanzia da Woodcock, in genere, la prende bene: sa che sarà molto probabilmente assolto.
Qui però il problema non è Woodcock. Di magistrati che amano più lo spettacolo che le indagini ce ne sono parecchi in giro, non c’è da scandalizzarsi. Il problema è il cortocircuito informativo che si è creato, per la ragione che gran parte della stampa italiana ha ormai accettato un rapporto di subordinazione così profondo, totale, nei confronti di alcuni settori della magistratura, da non riuscire più neppure a chiedersi (di fronte a una velina): cosa c’è scritto? E quindi comunica ai lettori, con titoli a tutta pagina, informazioni completamente vuote. Facendo opera attiva di distruzione del giornalismo e della libertà di informazione.
Se i giornali decidono di usare la formula “P4”, automaticamente comunicano ai lettori che si sta parlando di una cosa enorme. Perché ci si riferisce alla possibilità che si stia ripetendo il “meccanismo” che tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottana fu innescato dalla P2 di Licio Gelli, una loggia massonica segreta.
Probabilmente i giornalisti che scrivono di P4 sono giovani e non sanno bene cosa fu la P2. Fu l’aggregarsi di un formidabile gruppo di potere - costruito sulla potenza di diversi uomini politici, di imprenditori, di militari, di giornalisti - che seguiva un programma politico definito (si chiamava il “piano di rinascita”) e che in questo modo voleva opporsi alla linea politica dei governi in carica, che erano tutti a dominio democristiano e si basavano su una forte collaborazione programmatica con il Partito comunista italiano.
Il sistema politico italiano, allora, era bloccato, ed era praticamente impossibile immaginare un paese senza la Democrazia cristiana al governo. Il gruppo della P2 (che era un gruppo laico, ma a destra della Dc) aveva scovato questo sistema della loggia segreta per incidere sul potere e cercare di opporsi - appunto da destra - alla Democrazia cristiana senza scalzarla dal governo.
 Chi faceva parte della P2? Un paio di ministri, un paio di segretari di partito, il presidente della Rai, Silvio Berlusconi, una decina degli imprenditori più potenti d’Italia, alcuni grandi magistrati, diversi generali dell’Esercito, della Marina e dei Carabinieri, alcuni capi di servizi segreti, vari editori, qualche direttore di giornale (tipo il Corriere della era ma non solo...), diversi altissimi dirigenti del Partito socialista italiano e altra gente così. 

(Sansonetti dimentica, come tutti del resto, di nominare fra gl'iscritti alla P2 Maurizio Costanzo, uno dei pochi iscritti rei confessi che affermò di essersi iscritto alla P2 per ricavarne vantaggi professionali!, NdB)
Chi fa parte, invece, della P4? Luigi Bisignani. Chi è Bisignani? L’imputato. Per che cosa? Per avere dato dei consigli a Mauro Masi contro Michele Santoro. È un reato? Non è detto - scrive Il Fatto - però è una cosa molto grave inquitenate. E dove sta la segretezza di questo complotto? Nel fatto che nessuno sapeva che Masi fosse stato consigliato da Bisignani. Come mai nessuno lo sapeva? Perché nessuno sapeva che esistesse Bisignani. Woodcock, dopo accurate indagini, ha scoperto l’esistenza di Bisignani e, automaticamente, ha svelato il complotto. Ma questa P4, come la P2 complottava contro il governo e il Parlamento? No. E contro chi complottava? Contro Michele Santoro.
Come si può commentare una vicenda così ridicola? Mi viene in mente solo una espressione efficace: ma vaffanbicchiere!


di Piero Sansonetti

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