sabato 4 giugno 2011

gIUSTIZIA: due pesi e moltissime misure. Quale certezza del diritto?

Come possiamo stare tranquilli quando leggiamo notizie così diverse fra loro, ma inerenti lo stesso oggetto?

Un giudice monocratico condanna il solito Berlusconi ad un risarcimento astronomico, circa 1.500 miliardi delle vecchie e buone lirette, quindi portando l'Italia, si fa per dire,  al pari degli Stati uniti d'America.

Una attrice viene coinvolta innocentemente in un traffico di droga e messa agli arresti domiciliari per cinque mesi per poi essere riconosciuta innocente.
Viene risarcita con 60,000 euro...

Da queste due ultime sentenze se ne deduce che un danno ipotetico e perciò irreale ed astratto di mancato guadagno del pregiuduicato reo confesso ing, Carlo De Benedetti,  vale una cifra astronomica, mentre la libertà e la carriera distrutta e quindi i mancati guadagni di Serena Grandi valgono, al confronto, quanto un piatto di lenticchie.

Viva l'Italia!

La notizia:

Serena Grandi risarcita per ingiusta detenzione 60mila euro, meno del cachè di un film. Serena fu arrestata per droga, ma era innocente. E ora solo briciole per una carriera stroncata.


Serena Faggioli, in arte Serena Grandi (classe 1958), sarà risarcita con 60 mila euro dallo Stato italiano per «ingiusta detenzione». Lo ha deciso la Corte d’appello di Roma accogliendo l’istanza di riparazione «per danni morali e materiali». C’è chi parla di riscatto, in realtà è ben poca cosa. Un contentino pari a 60 mila euro, che la sex symbol del cinema negli anni Ottanta e Novanta, per il suo corpo giunonico considerata tra le principali pin-up italiane, guadagnava con un film.
Bolognese di nascita, romana di adozione, l’attrice fu sottoposta agli arresti domiciliari per oltre cinque mesi, tra il novembre 2003 e l’aprile 2004 per l’inchiesta su un giro di droga e prostituzione che coinvolse anche ambienti della Roma bene, vip e professionisti schiavi del vizietto della sniffata. La Grandi fu accusata di aver acquistato, detenuto e ceduto ad altri alcuni grammi di cocaina. Ma dopo sei anni di inchiesta la sua posizione è stata archiviata.
L’avvocato Valerio Spigarelli, legale di Serena Grandi, aveva giustamente chiesto un risarcimento di 500 mila euro per le conseguenze patite dalla sua assistita. Ma la Corte d’appello di Roma, presieduta da Giampaolo Fiorioli, pur condividendo le argomentazioni del legale, non si sono avvicinati neanche un po’ alla cifra richiesta. Secondo i giudici la «detenzione ai domiciliari ha prodotto nell’attrice danni morali e materiali ingenti» e tra questi «danni psicofisici costituiti da uno scompenso ormonale di rilevante gravità e da uno stato di depressione acuta», oltre a danni conseguenti alla «lesione dell’immagine e della rispettabilità sociale nonché professionale, con riferimento particolare al mancato perfezionamento di numerose trattative, tra cui quella relativa alla partecipazione all’Isola dei Famosi». L’ingiusta detenzione di Serena Grandi viene liquidata così.
I più maligni ricordano però che l’attrice - arrivata giovanissima nella capitale con il sogno di recitare a Cinecittà, dopo un periodo di successo - è uscita dalle scene ancor prima dell’inchiesta giudiziaria. Di sicuro si faceva vedere meno. Certo non come quando Tinto Brass la scoprì (era il 1985) e le fece fare la protagonista di “Miranda”, il film che la lanciò nell’immaginario collettivo come icona dell’abbondanza e delle forme prorompenti. Amata, corteggiata e vezzeggiata. Un matrimonio con Beppe Ercole dal quale nel 1989 ha avuto un figlio, Edoardo.
Seguirono altri film, “La signora della notte”, ”L’iniziazione”, “Desiderando Giulia”, dove continuò a interpretare il ruolo che Brass le aveva cucito addosso, quello di donna ambigua che si destreggia fra amori e tradimenti. Lavorò con Dino Risi, Sergio Corbucci, con Lamberto Bava, vinse il Telegatto nel 1990 per la fiction televisiva “Donna d’onore”. E di nuovo al suo primo amore: il cinema di Tinto Brass con “Monella”.
Poi il silenzio: le vicende giudiziarie la tengono lontana da tutto e da tutti. Riappare appesantita nei panni di locandiera a “Il ristorante”, reality show di Raiuno. Ma quei chili di troppo non riesce più a perderli. Torna al cinema con Pupi Avati in “Il papà di Giovanna”. E nel 2010 nel film “Una sconfinata giovinezza”. La stessa sconfinata giovinezza che Serena prova a vivere anche fuori dal set. A 52 anni si lascia travolgere da un amore quasi adolescenziale, con il modello siciliano di 25 anni, Valentino Lepro. Fotografata lo scorso settembre, avvinghiata al modello tra le onde del mare di Malindi in Kenya, al settimanale Oggi la Grandi diceva: «Un giovane amore aiuta una donna a sentirsi sempre desiderabile. Ho tanto sofferto in passato che mi merito questa boccata d’aria pura, una parentesi di gioia e di freschezza».

di Daniela Mastromattei

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