domenica 1 maggio 2011

Ma quanti sono lor signori!

Partigiani ma intoccabili: ecco i sultani rossi della TV pubblica e privata.

  

Nel saggio sull'informazione, Carta straccia. Il potere inutile dei giornalisti italiani, Rizzoli editore,  del grande giornalista Giampaolo Pansa, già vicedirettore del quotidiano la Repubblica, un capitolo devastante riguarda i conduttori-divi del talk-show (quelli più in vista) targati RAI e La7. 

Un esercito simili esiste, per par condicio, nello schieramento opposto? 
Tranne le due trasmissioni, iniziate da poco tempo, affidate a Giuliano Ferrara e Vittorio Sgarbi, c'è il vuoto assoluto.

Ecco gli intoccabili che professano la loro fede politica in maniera spudorata: 

Giovanni Floris ha un contratto di ferro: se la RAI chiude la sua trasmissione lo deve assumere con la qualifica di caporedattore. Quindi o conduttore a vita o caporedattore!



    

   


Michele Santoro riassunto in RAI con la qualifica e lo stipendio di direttore in virtù di una sentenza del giudice del lavoro! 


  



Fabio Fabio era un D.J.;  adesso è il conduttore che si permette si dettare legge su chi ospitare nelle sue trasmissioni su RAI 3 per le quali prende la miseria di molte centinaia di migliaia di euro l'anno.




 



Lucia Annunziata, già direttora del TG3, adesso conduttrice su la7. 




   
 



Serena Dandini, Miss sorriso intelligente, alias Serena Dandina de Sylva, figlia di nobili decaduti inizia a collaborare con la RAI negkli anni 80. Adesso anche lei è un'icona intoccabile.








Dietlinde Gruber detta Lilli, già conduttrice del TG1 RAI, pasionaria ad oltranza diventa eurodeputata per la sinistra per poi ritornare al giornalismo su La7.








Gad Eitan Lerner, conduttore televisivo su La7 della trasmissione L'infedele,  è nato a Beirut, in Libano, da una famiglia di ebrei. Apolide, chiese e ottenne la cittadinanza italiana all'età di trent'anni. Iniziò la sua carriera giornalistica nel 1976 nel quotidiano Lotta Continua, organo dell'omonimo movimento politico di sinistra extraparlamentare, fino a diventarne vice-direttore. Prodiano/Bindiano di ferro e antiberlusconiano viscerale oltre misura.