giovedì 12 agosto 2010

Il dossier Tulliani

Il dossier Tulliani
di Fabrizio d'Esposito

Non solo Paglia. Nel senso di Guido, l'ex finiano di ferro della Rai che ha affidato il suo sfogo contro la famiglia Tulliani a Franco Bechis per Libero. Paglia, infatti, ha confidato di aver rotto a causa del cognato di Fini, Giancarlo, lo stesso dell'affaire Montecarlo, «un'amicizia di trent'anni» con il presidente della Camera. Tulliani e le fiction. Tulliani e il trading diritti cinematografici. Tulliani e l'intrattenimento in prima e seconda serata.

Storie che, ai piani alti di Viale Mazzini, circolano da due anni, da quando il centrodestra è ritornato maggioranza e Fini ha una nuova compagna, la rampante Elisabetta Tulliani. Questo quotidiano, già nel 2009, rivelò per primo la sigla della società di Giancarlo Tulliani creata per il settore delle fiction, la Giant, con l'aggiunta di un dettaglio non secondario: una sequenza di foto hard su “Ely e Gianfry” ritirata dal mercato a suon di migliaia di euro.

Poco dopo, la Giant fu accantonata e comparve, come ha raccontato Dagospia, la At media di Francesca Frau, mamma di Elisabetta e Giancarlo Tulliani, che mise le mani su uno spazio di Festa italiana, contenitore pomeridiano di Raiuno, diretta da un altro giornalista amico di Fini, Mauro Mazza. Già, Mazza. E se, dopo Paglia, si decidesse a parlare anche lui? Adesso che in Rai non ci sono più finiani all'indomani della svolta di Futuro e Libertà, i falchi berlusconiani stanno preparando un dossier sul sistema Tulliani che ha imperversato per un bienno a Viale Mazzini. Raccolgono confidenze, stilano cifre, chiamano a raccolta ex finiani “bruciati” dal Capo a causa delle esose pretese del clan familiare della compagna. Sarebbe il colpo di grazia dopo il brutto pasticcio ancora non chiarito della casa della contessa Colleoni a Montecarlo.

E stavolta, fanno osservare, il presidente della Camera non potrebbe aggrapparsi al «non sapevo» balbettato sull'appartamento monegasco. Stavolta verrebbe fuori un sistema organico di rapporti e affari che tirerebbe in ballo direttamente Fini. Del resto, la decisione di Paglia di togliersi gli innumerevoli sassolini finiti nelle sue scarpe in questi ultimi due anni è arrivata dopo una recentissima telefonata del presidente della Camera al viceministro Romani, uomo Rai di Berlusconi e in pole position per lo Sviluppo economico lasciato libero da Scajola. Quel giorno Fini, al telefono con Romani, pose il veto su Paglia presidente della Sipra. E quest'ultimo, che aveva già pagato i suoi no a Giancarlo Tulliani con la mancata nomina a vice dg di Mauro Masi, capì che non c'era più niente da salvare nel suo rapporto trentennale con l'ex leader di An.

Ma ancora più di Paglia, che a Viale Mazzini aveva organizzato un circolo di An che raccoglieva ben 307 iscritti con quota annua di 25 euro, sarebbe stato il direttore di Raiuno Mauro Mazza a subire il sistema Tulliani. In pratica, lo spazio affidato all'interno di Festa Italiana, e non confermato per la prossima stagione, non sarebbe che la punta dell'iceberg. In questi due anni, Mazza avrebbe sopportato pressioni di ogni genere, spesso opponendo rifiuti come Paglia. Di qui furibonde litigate con Fini e di qui la decisione di rompere del tutto con l'antico amico.

Nella destra ex missina di Viale Mazzini, il ciclone Tulliani ha fatto tabula rasa di amicizie consolidate, improntate al mutuo soccorso tra ex camerati ritrovatisi al governo del paese dopo decenni di ghetto costituzionale. Al punto che persino finiani come Italo Bocchino e Luca Barbareschi, entrambi con interessi nella fiction (Bocchino con la moglie Gabriella Buontempo, l'attore-deputato direttamente), quando ancora non era scoppiata platealmente la guerra con il premier, si sarebbero sommessamente lamentati con «l'amico Gianfranco» per le mire eccessive dei Tulliani in campo televisivo.

Al settimo piano di Viale Mazzini, Giancarlo Tulliani si presentava come «il referente del presidente della Camera». E i falchi azzurri stanno monitorando le persone che hanno avuto contatti con lui. E minacciano: «Per sapere il numero esatto non resta che consultare l'ufficio passi e vedere quante volte è venuto». Ormai la rottura con il presidente della Camera è totale. Compresa la Rai. Come dimostrano la già citata decisione di non non far lavorare più At media su Raiuno (un affare da un milione e mezzo di euro) e lo stop alla miniserie Mia madre prodotta da Ellemme Group, una società di Massimo Ferrero detto er Viperetta e dello stesso Giancarlo Tulliani. Per il cda la proprietà della Ellemme, facente capo a due società londinesi, sarebbe «opaca». La tesi del dossier berlusconiano, al momento segreto, è che Giancarlo Tulliani, col pieno sostegno del cognato Gianfranco, avrebbe cercato di accaparrarsi una triplice e sostanziosa fetta della torta Rai. Quella elencata da Paglia nel suo sfogo su Libero: fiction, intrattenimento, diritti cinematografici.

In forte imbarazzo, i finiani per un biennio hanno cercato di resistere all'offensiva dei Tulliani, tentando di limitare i danni. Ma ciò non è servito. Questo è il motivo per cui oggi non si trova un finiano nemmeno a pagarlo oro. Ed è anche tempo di aggiornare la nota battuta che Luca Barbareschi fece in una riunione dei quadri An della Rai alla fine della legislatura 2001-2006: «In Rai abbiamo portato solo zoccole». «Zoccole e cognati», osserva oggi, con molta amarezza, un altro ex aennino di Viale Mazzini rimasto con Berlusconi.

[Fonte

Chicca finale da Dagospia:
1- ESCLUSIVO DAGOREPORT: LOS TULLIANI REAL ESTATE, UNA FAMIGLIA DI IMMOBILIARISTI!
E LUI, IL PADRE SERGIO, FUNZIONARIO PENSIONATO DELL’ENEL. LEI, LA MADRE FRANCESCA FRAU, È PENSIONATA... QUESTA È LA CRONISTORIA IMMOBILIARE DELLA FAMIGLIA T
(amorale della favola: non è lui ad aver attaccato il sombrero ma fini!)
2- SAMMARCO, L’AVVOCATO DI GAUCCI: “IL VALORE STIMATO DEI BENI CONTESI (CASE, GIOIELLI, AUTO) È VENTI MILIONI DI EURO (40 MILIARDI DI LIRE) PIÙ O MENO. E QUI C’È DA CAPIRE BENE: SE GLI AVVOCATI DELLA TULLIANI CI DICONO CHE I BENI SONO STATI ACQUISTATI CON I SOLDI DEL SUPERENALOTTO E I RISPARMI DI FAMIGLIA, PERCHÉ CI MOSTRANO UNA DISTINTA DI VERSAMENTO DA UN MILIARDO DI LIRE? E TUTTO IL RESTO?”
3- "elisabetto" TULLIANI SI SOLLAZZA LAVANDO UNA “FERRARI” CHE VALE 197 MILA EURO