mercoledì 4 agosto 2010

SENZA COMMENTO...

Come ti infeltrisco Fini

Prima vi consiglio la visione di questo filmato, tratto dalla videoteca del quotidiano La Repubblica, in maniera da capire chi è l'attuale compagna dell'ex camerata Fini.  

“querelare senza spiegare né motivare è un atto di spocchia e di arroganza che non chiarisce la vicenda dell’appartamento di Montecarlo - Da notare che Fini, oltre a parlare ogni due minuti di moralità e legalità, si proclama difensore della libertà di stampa. Quale libertà di stampa? Quella che consente di sbertucciare i suoi avversari e soltanto quelli? Qui non siamo di fronte a una storia di letto e di corna: c’è di mezzo il patrimonio di un partito che non è proprietà privata del suo ex leader, bensì appartiene a tutti gli iscritti”
Gianfranco Fini ci ha querelato. Ma querelare senza spiegare né motivare - scrive Vittorio Feltri su IL GIORNALE - è un atto di spocchia e di arroganza che non chiarisce la vicenda dell'appartamento di Montecarlo. Vicenda complessa di cui oggi forniamo ulteriori particolari che ne comprovano la fondatezza nei termini descritti dal nostro inviato Gian Marco Chiocci.

Riassumo. Una nobildonna lascia in eredità ad Alleanza nazionale un alloggio nel Principato di Monaco affinché sia destinato a finanziare ‘la buona battaglia' degli ex missini. Valore dell'immobile: oltre 2 milioni di euro. Trascorre un po' di tempo e si scopre che il quartierino è nella disponibilità del fratello di Elisabetta Tulliani, compagna di Fini.

Come mai? La casa è stata ceduta a prezzo stracciato da An a una società con sede in un cosiddetto paradiso fiscale, e per quale tortuosa via sia finita proprio lì non si sa con precisione. Il Giornale denuncia il tutto con una serie di articoli che sollevano vari dubbi sulla liceità dell'operazione. Il presidente della Camera, anziché giustificarsi, affida all'avvocato l'incarico di querelarci. Giudichino i lettori se è questo il modo migliore di agire.
 
Da notare che Fini, oltre a parlare ogni due minuti di moralità e legalità, si proclama difensore della libertà di stampa. Quale libertà di stampa? Quella che consente di sbertucciare i suoi avversari e soltanto quelli? Qui non siamo di fronte a una storia di letto e di corna: c'è di mezzo il patrimonio di un partito che non è proprietà privata del suo ex leader, bensì appartiene a tutti gli iscritti.

L'appartamento donato dalla contessa Colleoni doveva essere utilizzato per scopi politici e non per ospitare il ‘cognato' di Fini. Sono concetti che il Giornale ha espresso più volte, ma vale la pena ribadirli nel momento in cui il presidente della Camera ricorre alle carte bollate per zittirci, confermando il vizietto di sentirsi un padreterno il cui nome non può essere citato se non accompagnato da lodi sperticate.

Ricordo, in proposito - prosegue Feltri su IL GIORNALE - le sue reiterate richieste di licenziamento del sottoscritto, presentate a Silvio Berlusconi, solo perché, undici mesi orsono, mi ero permesso di criticarlo e avevo annunciato quello che poi in effetti sarebbe successo.

E cioè che lui, pur essendo presidente della Camera eletto in base a un accordo politico col Pdl, avrebbe tradito gli impegni assunti e mostrato ostilità verso la linea della maggioranza e del governo. In sostanza, che avrebbe recitato due parti in commedia: quella di uomo delle istituzioni e quella di leader politico in contrasto col proprio partito. Previsione azzeccata, di cui però non mi glorio, avendola ricavata dalla semplice osservazione della realtà.

Ogni dichiarazione di Fini è sempre stata accolta dagli applausi della sinistra solo perché tesa a demolire l'esecutivo e il premier. Se un personaggio di spicco della destra diventa un'icona della sinistra o c'è qualcosa che non va in lui o c'è qualcosa che non va nella sinistra. Alla luce degli ultimi avvenimenti completo il ragionamento: non vanno né lui né la sinistra.
 
Se Pier Luigi Bersani è costretto a usare Fini come cavallo di Troia, e se Fini si presta quale cavallo di Troia per conto di Bersani, non erano i miei articoli del settembre 2009 a dover essere censurati, ma la politica dei sullodati signori. Nonostante ciò, il presidente della Camera continua a prendersela col Giornale, convinto che esso sia la causa dei propri guai.
 
È colpa nostra, e non sua, se si è comportato da nemico del Pdl che ha contribuito a fondare. È colpa nostra, e non sua, se un appartamento regalatogli dalla vedova Colleoni affinché lo usasse a favore del partito è abitato invece dalla famiglia Tulliani. Attingiamo al vocabolario di Fini per il commento: siamo alle comiche finali", conclude Feltri su IL GIORNALE.


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