mercoledì 19 gennaio 2011

Il refendum tenuto nella FIAT di Mirafiori l'ha vinto la FIOMM-CGIL?

Sembrerebbe di sì, stando al tenore delle dichiarazioni del segretario Landini della FIOMM e della segretaria Susanna Camusso della CGIL.

Un “sì” che umilia la sinistra

Vince chi prende più voti. 
Ma non in Italia per i compagni della FIOMM e della CGIL.
Accade e viene riconosciuto non soltanto in tutte le democrazie del mondo, ma anche in ogni libera associazione, perfino nelle bocciofile emiliane tanto care a Bersani. A Mirafiori il 54% dei dipendenti ha detto sì all’accordo per nuovi investimenti e il 46% ha detto no. Eppure larga parte della sinistra ha festeggiato e brindato.
Sindacalisti, politici, intellettuali e giornalisti hanno raccontato perché e per come ha perso chi ha vinto, con un singolare rovesciamento del significato del voto e quindi della stessa regola principe della democrazia partecipata. Si è parlato di risultato “sul filo del rasoio” (otto punti di differenza non sono proprio niente), si è ragionato di lavoratori, quelli del sì, privi di dignità e orgoglio (“uomini e no” il titolo del quotidiano il Fatto di MArco Travaglio), si è scritto che “hanno detto no quasi tutti” (ma la direttora dell’Unità sa far di conto?), hanno insomma fotografato il referendum applicando il filtro rosso dell’ideologia salottiera di sinistra, grazie al quale il voto “amico” è “più responsabile” e come tale vale doppio.

Viva l'Italia.