lunedì 29 agosto 2011

Berlinguer: corruzione non ci deve sfiorare. Su Penati ho sentito il dovere di agire

Quanto dichiarato dall'ex compagno Berlinguer mi sembra essere la barzelletta degli ultimi due secoli. 
Solo ora si accorge del "malaffare" che ruota intorno al suo partito? 
Era davvero convinto che il partito comunista si sovvenzionasse con la vendita delle salamelle, della piadina e del lambrusco alle feste dell'Unità?  
Prescindendo dagli introiti del sindacato rosso CGIL, o di quelli delle COOP o MANUTENCOOP, tutte chiamate in causa nel sistema democratico alla Penati, il signor Berlinguer crede che gli italiani che non hanno le fette di salamelle sugli occhi, abbiano ancora l'anello al naso, oppure sono minorati mentali e moralmente inferiori perché non di sinistra?

Ecco le dichiarazioni dell'ex compagno Luigi Berlinguer:

"La corruzione non deve minimamente sfiorare il Pd. Noi dobbiamo essere più rigorosi della moglie di Cesare". Lancia questo messaggio - dai microfoni di Radio 24 - al suo partito, Luigi Berlinguer, presidente della Commissione di Garanzia del Pd, che ha convocato una riunione sul caso Penati (l'ex braccio destro del segretario indagato a Monza).

"Ho sentito il dovere di prendere l'iniziativa, perché - dice - noi dobbiamo sapere, per dettare i nostri comportamenti. Io ho chiesto a Penati se ha informato delle sue vicende la Commissione provinciale". Berlinguer anticipa che "il 9 settembre a Pesaro ci sarà una riunione di tutti i presidenti delle Commissioni regionali, per discutere di correttezza e regole di comportamento nel partito. Vogliamo far uscire un messaggio forte, perché noi - dichiara a Radio 24 - siamo un partito che combatte la corruzione politica, che alberga in modo diffuso nel nostro Paese. E' una degenerazione non tollerabile per la democrazia".

Il richiamo di Berlinguer è ad evitare "non solo l'interesse privato, perseguibile penalmente, ma anche quello del partito, se può portare alla violazione di alcune norme di comportamento corretto della cosa pubblica. Evitare cioé - spiega - anche i rischi di mala interpretazione, che portano scandali". Da queste riunioni, il presidente della Commissione di garanzia vorrebbe far emergere il messaggio che "chi fa politica, non lo deve fare per la carriera o per un suo tornaconto". Un appello alla questione morale? "E' diverso da quello che succedeva in passato. Vogliamo ricordare che la politica è servizio". Ci sono nel Pd atteggiamenti simili a quelli di altri partiti? "In tante cose siamo simili agli altri, ma ogni giorno noi dobbiamo ripetere questa funzione pubblica della politica. O c'è il rischio che qualcuno lo dimentichi".