venerdì 19 agosto 2011

Dopo quella di Consorte scoperta un’altra maxi speculazione: 300 manager Coopservice con 42 milioni in Lussemburgo. Tra i beneficiari Rinaldini, dirigente Legacoop Coop rosse, spunta un «tesoretto» all’estero!

La cooperativa emiliana possiede la maggioranza di Servizi Italia, società da poco quotata in Borsa

Il caso Consorte-Unipol ha fatto scuola nel mondo delle cooperative rosse, l’ebbrezza di forti e rapidi guadagni nei paradisi fiscali non riguarda più pochi manager di Legacoop ma ha contagiato addirittura 300 fra amministratori e soci di Coopservice, colosso di Reggio Emilia con cinquemila soci e 400 milioni di fatturato, che possiede il 60 per cento di Servizi Italia, società quotata in Borsa da tre giorni. Proprio questo collocamento ha fruttato ai 300 lungimiranti cooperatori la somma di 42 milioni di euro in Lussemburgo, un «tesoretto» esentasse assai vicino ai 50 milioni che l’ex presidente di Unipol Giovanni Consorte aveva messo da parte all’estero.
La maxi-speculazione è stata rivelata ieri dal Sole24Ore e, sia pure con meno particolari, dal quotidiano L’Informazione di Reggio, quello che esattamente un anno fa scoprì la donazione dei coniugi Prodi ai figli. I 300 in questione sono soci della finanziaria lussemburghese First Service Holding e quasi tutti anche di Coopservice. La Fsh, costituita due anni e mezzo fa, ha in carico circa cinque milioni di azioni Servizi Italia (il 40 per cento del capitale) trasferite alla vigilia della decisione di entrare a Piazza Affari al prezzo unitario di 1,149 euro. Ma il collocamento, eseguito con la consulenza di Unipol Merchant, è avvenuto a 8,5. La Fsh dunque ha realizzato una plusvalenza di 36,5 milioni.
Tra i beneficiari (per la quasi totalità persone fisiche) c’è Pierluigi Rinaldini, presidente di Coopservice e Servizi Italia e membro della direzione nazionale di Legacoop. Nella lista figurano anche la stessa Coopservice, che ha il 16,4 per cento della finanziaria lussemburghese, e altri pezzi grossi delle due società: Luciano Facchini (ex consigliere di Coopservice ed ex direttore generale di Servizi Italia), Barbara Piccirilli (vicepresidente della prima e consigliere della seconda), Enea Righi e Ilaria Eugeniani (rispettivamente amministratore delegato e consigliere della quotata). Gli altri nomi sono sconosciuti.
Nessuno sapeva di questa operazione fino all’altro giorno, quando è stato pubblicato il prospetto informativo di Servizi Italia. Coopservice acquistò Servizi Italia nel 2002, ma nel 2004 la cedette alla controllata Aurum, posseduta al 100 per cento. Un anno dopo, mentre si era già affacciata l’ipotesi della quotazione, Aurum passò il 43 per cento di Servizi Italia alla Fondazione Manodori a 1,11 euro per azione con un’opzione di riacquistare il 40 per cento a 1,149 euro. Presidente della Manodori (nata dalla Cassa di risparmio di Reggio Emilia e ora azionista di Capitalia) è Antonella Spaggiari, ex sindaco Ds nonché responsabile delle cooperative di servizi della Legacoop reggiana.
Aurum esercitò il diritto di riacquisto nel settembre dell’anno scorso in nome e per conto di Fsh, finanziaria costituita a fine 2004 nel Granducato, la quale divenne così proprietaria del 40 per cento di Servizi Italia mentre il restante 60 era ancora in mano a Coopservice. Al termine di questo complicato domino si arriva al collocamento in Borsa, con il prezzo fissato a 8,5 euro per azione: Fsh incassa 13,1 milioni di euro da Aurum (che si era impegnata a rilevare da Fsh un milione e mezzo di titoli al futuro prezzo di quotazione) e altri 28,9 milioni dall’offerta pubblica di vendita. Totale 42 milioni di euro che, a fronte di un esborso di 5 milioni e mezzo, si traduce in una plusvalenza di 36,5 milioni. La quota di Rinaldini, che avrebbe il 3 per cento di Fsh, sarebbe pari a 1,3 milioni; idem per Facchini.
 L’altro pomeriggio la direzione Legacoop di Reggio ha convocato una riunione urgente che ha espresso netto dissenso dall’operazione, accusando i vertici di Coopservice di essere venuti meno ai principi mutualistici della cooperazione.

[FONTE]

Scandalo coop rosse, il presidente si dimette
di Stefano Filippi nostro inviato a Reggio Emilia


Cadono le teste della Coopservice, la coop rossa reggiana al centro di una speculazione piuttosto ardita per una società mutualistica: alcune centinaia di soci (sono in tutto 5000) pilotati dai vertici hanno sfruttato la recentissima quotazione in Borsa della controllata Servizi Italia per accumulare in Lussemburgo un «tesoretto» di 36 milioni di euro esentasse. La coop è stata commissariata, presidente e vice (tra i maggiori beneficiari dell’operazione) dimissionati, tre studi legali sono stati incaricati di trovare il sistema per far rientrare le ricche plusvalenze nelle casse della holding entro un mese.
L’altro pomeriggio il consiglio di amministrazione non ha dato scampo a Pierluigi Rinaldini e Barbara Piccirilli, numeri uno e due della coop di Cavriago, che lasceranno a giugno mentre Marco Bianchini, amministratore indipendente della Servizi Italia, se ne è già andato. Al cda è passata la linea di Legacoop, presente in forze con il presidente regionale Paolo Cattabiani e provinciale Ildo Cigarini: «L’operazione lussemburghese è risultata confliggere con il sentimento e l’idea di mutualità dei cooperatori reggiani», sentenzia una nota.
In effetti è stata una speculazione finanziaria a uso di pochi: Coopservice (servizi alle imprese) compra Servizi Italia (lavaggio e sterilizzazione di materiali ospedalieri) e decide di quotarla, ma prima del collocamento sposta il 40 per cento del capitale a una finanziaria del Granducato, la First Service Holding, i cui 300 soci sono quasi tutti soci della Coopservice. Al momento dell’offerta pubblica di vendita, la Fsh incassa 8,5 euro per ogni azione Servizi Italia (quasi cinque milioni) collocata: tenuto conto che l’acquisto era avvenuto a 1,149 euro, il calcolo è presto fatto. La plusvalenza lussemburghese supera i 36 milioni di euro.
Quando Legacoop seppe, mancava ancora un mese alla quotazione ma Rinaldini ha tenuto duro, convinto che anche per le coop era giunto il tempo di sfruttare le occasioni del mercato. I capi della Lega sono stati però di diverso avviso. L’altro pomeriggio è arrivata la resa dei conti ed è passata la linea dura del repulisti, dopo cinque ore di discussione serrata conclusa dal voto unanime su un documento.
Via dunque Rinaldini (un milione 276mila euro di plusvalenza) e Piccirilli (798mila), vittime di un’operazione più da raider che da cooperatori. Cancellata l’avventura lussemburghese, ma non il «tesoretto» ancora interamente depositato nel Granducato: non si sa ancora come, ma i 36 milioni di euro (o quello che ne resterà dopo aver pagato le spese e restituito i capitali inizialmente investiti) andranno alla Coopservice. La quale caccia Rinaldini incassando però i proventi della sua operazione. Nessuna novità invece sui nomi dei 40 soci Fsh non ancora resi noti.

Scandalo coop rosse: «Restituite il tesoro»
  Contrordine compagni: la favolosa plusvalenza di oltre 36 milioni di euro esentasse realizzata in Lussemburgo da 300 soci di Coopservice dovrà essere restituita. «È stata ottenuta in modo non corrispondente ai criteri di mutualità cooperativa», tuona il presidente di Legacoop Reggio Emilia. Ildo Cigarini è furibondo. Immaginiamolo: le coop rosse stanno cercando di rifarsi l'immagine dopo le scorribande finanziarie Unipol-Consorte; nella città di Prodi hanno sede alcune delle maggiori società mutualistiche italiane (Orion, Cantine riunite, Unieco tra le altre); lo stesso Cigarini è presidente di Unibon Salumi che sta portando in Borsa i Grandi Salumifici Italiani; una coop di Reggio (Coopservice tramite Servizi Italia) sbarca a Piazza Affari prima di lui e dagli anfratti di questa operazione salta fuori una «scatola» finanziaria in Lussemburgo dalla quale sono transitati cinque milioni di azioni collocate a un prezzo sette volte superiore a quello di acquisto.

La direzione provinciale di Legacoop Reggio ha votato all'unanimità una dura reprimenda contro Pierluigi Rinaldini, numero uno di Coopservice e Servizi Italia, il quale è stato costretto a fare marcia indietro. «Inviterò tutti i soci a donare alla coop la plusvalenza e chiuderò la società del Granducato - ha annunciato a denti stretti -. Abbiamo concordato di smontare l'operazione. Non vogliamo strumentalizzazioni». La censura è arrivata dopo un'inchiesta interna condotta da una commissione di tre saggi durata un mese. Rinaldini ha resistito alle perplessità iniziali di Legacoop, alla fine però ha dovuto cedere.
A Coopservice, colosso dei servizi alle imprese (pulizia, sicurezza, logistica) con sede a Cavriago, dovrebbero andare circa 22 dei 36 milioni di euro realizzati al termine di una complessa manovra. La coop decide di quotare la controllata Servizi Italia spa di Soragna (lavanderie industriali e sterilizzazione di biancheria e strumentazione chirurgica). Attraverso una società posseduta al 100 per cento (Aurum) e un «portage» con la Fondazione Manodori (presieduta da Antonella Spaggiari, ex sindaco Ds e funzionario di Legacoop Reggio) sposta 4.945.600 azioni, il 40 per cento del capitale, nella finanziaria lussemburghese First Service Holding. Il prezzo unitario di acquisto è di 1,149 euro. Il collocamento, coordinato da Unipol Merchant Bank, è avvenuto a 8,5 euro. Fsh ha ceduto l'intero pacchetto, realizzando una plusvalenza di oltre 36 milioni di euro esentasse ed evitando le oscillazioni del titolo che in pochi giorni di quotazione è sceso a 8 euro.
Chi sono i soci di Fsh? In altre parole, chi si è arricchito con questa speculazione da raider che la stessa Legacoop considera scorretta e indegna della mutualità cooperativa? Sono gli stessi soci di Coopservice, a partire dai vertici che hanno architettato l'operazione. Coopservice possiede infatti il 16,4 per cento della finanziaria del Granducato; Rinaldini e altri amministratori o ex consiglieri raggiungono il 9,5 per cento. A Guido Maria Pedone, professionista milanese con studio a Lugano e fondatore della Fsh, è intestato un altro 10 per cento della società lussemburghese: e chissà se anche lui donerà la sua fetta di guadagno (3,6 milioni di euro) a Coopservice.
Gli altri 293 soci della First Service sono soci di Coopservice che lo scorso novembre hanno aderito a un aumento di capitale. «Lo hanno fatto in maniera libera e consapevole», dice Rinaldini. Ma il singolo socio poteva investire al massimo 2000 euro, un tetto che non valeva per i vertici.
Rinaldini, per esempio, è arrivato al 3,1 per cento della Fsh: significa una plusvalenza di 1,3 milioni di euro; la vicepresidente di Coopservice Barbara Piccirilli, ex consigliere provinciale Ds, ne ha realizzati 800mila. Ed ecco la rabbia di Cigarini: «È sbagliato che solo 300 dei 5.000 soci di Coopservice traggano vantaggio da un'operazione effettuata sulla base di uno schema gerarchico inaccettabile». Aggiunge il presidente di Legacoop Reggio che «sarebbe stato più giusto rilevare direttamente le azioni anziché usare una finanziaria lussemburghese. Doveva essere Coopservice a riacquistare le azioni dalla Manodori, così le plusvalenze sarebbero rientrate nella cooperativa».
Sul «tesoretto» l'azzurro Fabio Filippi ha presentato un'interpellanza in Regione, rilevando che Servizi Italia e Coopservice «intrattengono strettissimi rapporti con la sanità pubblica che fa capo alla Regione Emilia Romagna». Filippi chiede «la verifica dei contratti in essere» e che siano resi pubblici i nomi di tutti i soci della Fsh: «Non è un mistero per nessuno che i vertici Coopservice facciano riferimento essenzialmente ai Ds, principale partito della maggioranza che governa la Regione e occupa ogni poltrona possibile».

 Il blog di Stefano Filippi [FONTE]