Invece il signor ministro ha preferito fare come i democristiani d'antan, tassare i soliti noti, ovvero noi semplici cittadini. Probabilmente per non finire schiacciato dalla macchina del fango mass-mediale delle sinistre, ad iniziare dal quotidiano la Repubblica. Ecco un ottimo commento sulla vicenda scritto da Filippo Facci.
Se le Coop non pagano la crisi: niente tasse sul 70% dell'utile
Altro che aiutare i contadini, sono vere e proprie multinazionali.
Capital-comunismo su cui il fisco non si accanisce come con noi.
Nacquero per aiutare i contadini a comprarsi il trattore, sono diventate una multinazionale che ha un giro d'affari spaventoso (8 per cento del Pil) e che razzola nella grande finanza e si immischia in banche e finanziarie: in sostanza la cosa più capitalista che esista, ma fondata su un principio anti-capitalistico che alcune imprese siano più legittimate di altre a stare sul mercato. Le coop sono dei colossi con le agevolazioni riservate ai piccoli: non pagano le tasse sul 70 per cento dell'utile purché sia reinvestito, ma riescono ad aggirare il problema distribuendo benefit o stipendi stellari ai soci amministratori.
Solo la Legacoop ha un giro d'affari da almeno 50 miliardi (altro che Mediaset) con in più un conflitto d'interessi da paura, perché oltre a fare i prezzi che vogliono - muovendosi in monopolio nelle regioni rosse, e facendo fuori tutti gli altri, vedi caso Esselunga - le coop finanziano regolarmente il Pd che le ripaga rifinanziandole e intruppandole nei grandi appalti: capita che gli stessi uomini siano dirigenti nei Ds e nelle coop, le quali in pratica godono delle agevolazioni riservate ai piccoli ma hanno imbastito un capitalismo di Stato e di Regione, un capital-comunismo che introita ricavi e paga meno tasse rispetto a noi poveri deficienti.
Altro che aiutare i contadini, sono vere e proprie multinazionali.
Capital-comunismo su cui il fisco non si accanisce come con noi.
Nacquero per aiutare i contadini a comprarsi il trattore, sono diventate una multinazionale che ha un giro d'affari spaventoso (8 per cento del Pil) e che razzola nella grande finanza e si immischia in banche e finanziarie: in sostanza la cosa più capitalista che esista, ma fondata su un principio anti-capitalistico che alcune imprese siano più legittimate di altre a stare sul mercato. Le coop sono dei colossi con le agevolazioni riservate ai piccoli: non pagano le tasse sul 70 per cento dell'utile purché sia reinvestito, ma riescono ad aggirare il problema distribuendo benefit o stipendi stellari ai soci amministratori.
Solo la Legacoop ha un giro d'affari da almeno 50 miliardi (altro che Mediaset) con in più un conflitto d'interessi da paura, perché oltre a fare i prezzi che vogliono - muovendosi in monopolio nelle regioni rosse, e facendo fuori tutti gli altri, vedi caso Esselunga - le coop finanziano regolarmente il Pd che le ripaga rifinanziandole e intruppandole nei grandi appalti: capita che gli stessi uomini siano dirigenti nei Ds e nelle coop, le quali in pratica godono delle agevolazioni riservate ai piccoli ma hanno imbastito un capitalismo di Stato e di Regione, un capital-comunismo che introita ricavi e paga meno tasse rispetto a noi poveri deficienti.
«La Coop sei tu» un accidente: sono loro.
di Filippo Facci, 20/8/2011 [FONTE]