martedì 28 dicembre 2010

Adesso, finalmente, iniziano a capire chi è l'ex tutto.

Riporto alcune ultime notizie di oggi,  successive alla lettera aperta scritta dai tre eletti nel partito dell'ex tutto già pm Di Pietro. Gli ultimi due post nei quali scrivo sull'ex tutto sono qui e qui.

  Dopo le monetine, nell'Italia dei Valori volano gli stracci. Domenica il lider maximo Antonio Di Pietro si è beccato la contestazione Craxi style durante un comizio a Matera. Quindi tre suoi deputati, Sonia Alfano, Luigi De Magistris e Giulio Cavalli, hanno denunciato una "questione morale" all'interno del partito. Si è aggiunto l'intellettuale Paolo Flores D'Arcais, che ha messo sotto accusa la selezione della classe dirigente, imbastendo pure un sondaggio su 'Micromega'.

"LA QUESTIONE MORALE C'E'" - L'ultimo attacco al moralizzatore Tonino arriva però da chi l'ha abbandonato pochi giorni fa, cioè Antonio Razzi, il deputato che alla vigilia del voto di fiducia del 14 dicembre è passato dall'Idv alla maggioranza. La critica coinvolge i rapporti tra Di Pietro e lo stesso De Magistris, "rinviato a giudizio per omissione di atti di ufficio perché non avrebbe indagato nonostante l'ordine del Gip, su un caso di collusione tra magistrati di Lecce e magistrati di Potenza con ipotesi di reato gravissime che vanno dall'associazione per delinquere all'estorsione". Come a dire: la questione morale c'è e riguarda Di Pietro e gli uomini che lui ha scelto e difeso. "De Magistris - continua Razzi - doveva autosospendersi dalla carica volente o nolente in quanto il codice etico del partito lo impone. Antonio Di Pietro lo ha difeso a spada tratta invece ponendo una deroga a quanto egli stesso prescrisse".

"COME IL PARROCO DI CAMPAGNA" - Il problema vero, per Razzi, non è però la condotta etica dei deputati di Idv, ma l'organizzazione del partito: "La guida è nelle mani del Presidente al quale nessuno può dire nulla né proporre nulla. Si vada a leggere lo Statuto dell'Italia dei Valori e si comprenderà come la blindatura del leader sia congegnata ad arte, inattaccabile. La polemica di Micromega è superficiale e pretestuosa quindi perché non va al nocciolo della questione". Di Pietro è "come quel parroco di campagna che dice fate come vi dico io e andrete in paradiso. E' ovvio che non è così. Alzando letteralmente un muro tra il dirigente maximo e i componenti della sua squadra, Antonio Di Pietro, ha inoculato il virus del sospetto riducendo a prassi la circospezione e l'annullamento della personalità di ciascuno. Come si può restare impassibili se non si è degli yesmen?".

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