mercoledì 22 dicembre 2010

La decenza avrà mai un limite?

Il 14 dicembre a Roma,  mentre nel Parlamento di votava la fiducia al Governo e gli "studenti" manifestavano contro la legge Gelmini ed anche contro la fiducia, mettendo a ferro e a fuoco la capitale e rapinando i Bancomat (forse per finanziare le loro prossime manifestazioni democratiche di dissenso), Elio Veltri si trovava davanti al GIP Maria Bonaventura per chiedere di non archiviare l'inchiesta su di Di Pietro, indagato per truffa, sui rimborsi elettorali. Veltri si è presentato con un dossier di 400 pagine.
"Dal 2002 al 2006 Tonino (di Pietro, NdB) ha comprato case per 4 milioni di euro, di cui solo un milione attraverso mutui. E gli altri 3 milioni? Vuole spiegare ai militanti ed elettori dove li ha trovati?"
La GIP si è riservata di decidere. Speriamo non archivi come sempre accade quando si tratta d'inchieste che riguardano l'ex collega.

Un piccolo passo indietro per capire il perché Veltri voglia chiarezza sui rimborsi elettorali che Di Pietro a ottenuto per il suo partito Italia dei Valori (Immobiliari?).

Elio Veltri lasciò nel 2001 il partito di Di Pietro che contribuì a fondare (" Troppi personaggi  che non mi piacevano"), ma da allora è in guerra con Di Pietro sulla gestione "poco trasparente" dei rimborsi elettorali, visto che il suo movimento Il Cantiere (di cui facevano parte Giulietto Chiesa e Achille Occhetto) non ha visto un euro per le elezioni europee del 2004. 
Elezioni nelle quali partecipò, insieme al partito di Di Pietro che incassò tutto il rimborso elettorale, facendo eleggere anche un deputato europeo.

Su questa storiaccia ho già scritto molti post che hanno tentato di lanciare un sasso nella paludosa melma politiche italiota, ma senza alcun risultato.
La speranza  è quella che tutta questa classe politica si autoconsumi e lasci spazio ai giovani, ma certamente non a quelli che sono andati a manifestare "democraticamente e civilmente" il 14 dicembre a Roma. 

[Via: Panorama 22/XII/2010 n. 52, pag. 78)