venerdì 22 aprile 2011

Violante: «Basta con la politica che delega ai pm»

Pubblico quanto auspicato da Violante, una delle rare volte che condivido quanto afferma.

La Lega auspica che si spari sugli immigrati, il presidente del consiglio paragona i magistrati ai brigatisti...

Nella foto : Luciano Violante

«La Lega auspica che si spari sugli immigrati, il presidente del consiglio paragona i magistrati ai brigatisti, ora la teorizzazione antidemocratica di Asor Rosa. Assistiamo a opinioni separate dal senso di responsabilità», osserva Luciano Violante. Ma si capisce che l'ex presidente della Camera pensa anche ad altro, infatti aggiunge: «Un linguaggio violento e volgare, al limite della coprolalia, è stato liberalizzato prima nel mondo politico e poi è entrato nel linguaggio della informazione».

Dunque? «Dunque, le nostre classi dirigenti, gli intellettuali, dovrebbero iniziare a sentire la responsabilità di mettere fine a una deriva che può diventare pericolosa per la democrazia». E, allora, il pensiero corre al rapporto tra politica e magistratura e al fatto che, spiega Violante, in Italia «i poteri dello Stato sono ormai soltanto due, esecutivo e giudiziario, perché il Parlamento non è più in grado di svolgere le funzioni di rappresentanza e di composizione dei conflitti istituzionali e sociali».

Onorevole Violante, intende dire che i politici italiani sono riusciti a mettere in crisi addirittura Montesquieu?
Osservo che è in atto un conflitto tra due poteri, giudiziario e esecutivo, ciascuno dei quali è in grado di distruggere l'altro.

Delle invasioni della politica nel campo della magistratura se ne scrive spesso. Nel suo libro Pier Luigi Bersani sostiene però che «negli anni, non sono mancate invasioni di campo anche da parte di alcuni magistrati».
A volte è accaduto; basti pensare alla conferenza stampa di quel procuratore contro il ministro Mastella e la moglie o, in passato, alla incriminazione di Paolo Baffi e all'arresto di Sarcinelli. Ma, come emerge anche dal pensiero di Bersani, non è stato questo il segno dominante del rapporto tra politica e giustizia.

Bersani parla di un assottigliamento della cultura delle garanzie. Come ci si è arrivati?
Quando il nemico era il terrorismo, alla magistratura non fu delegata solo l'individuazione dei singoli terroristi ma la lotta contro il terrorismo. Con la mafia è avvenuta la stessa cosa. Con Tangentopoli ai magistrati non furono affidati solo i processi contro i corrotti; fu affidata la lotta contro la corruzione. È stata la politica che ha delegato ai magistrati funzioni che invece erano proprie. E poi è rimasta inerte. È chiaro, allora, che la magistratura è stata investita di un ruolo di “guardiano” della moralità del paese (? NdB).

Di chi è la responsabilità? Nel 2009 lei in Magistrati sostenne che la sinistra «si è limitata al contrasto polemico e moralistico».
In questi anni hanno governato sia il centrodestra sia il centrosinistra e nessuno ha affrontato il problema. Quando la politica ha delegato alla magistratura funzioni politiche ha introdotto un cambiamento nella collocazione istituzionale di quel potere.
Il Parlamento non ha mai fatto nulla per riprendersi ciò che aveva delegato e per di più ora la responsabilità politica è scomparsa dal nostro orizzonte; esiste solo la responsabilità penale e allora perchè meravigliarsi della incidenza della magistratura nella vita politica? Per rimanere alla corruzione, stiamo ancora aspettando una legge in materia.
 
Da cosa dipende l'immobilità?
L'attuale maggioranza rifiuta il principio dei limiti costituzionali all'esercizio del potere politico e sembra ricondurre tutto alla immunità del Politico. Ci sono processi che riguardano il capo dell'esecutivo? Bene, si fa una legge per far prevalere la politica sulla giustizia.

Si riferisce al processo breve?
È una riforma indecorosa. Ma il centrosinistra non deve rimanere in difesa. Serve una elaborazione che fissi con equilibrio i rapporti tra politica e le diverse magistrature e definisca la corretta collocazione istituzionale dell'intero potere giudiziario, salva la sua autonomia e la sua indipendenza. Vedo un impegno positivo in questo senso di Andrea Orlando per superare le posizioni più radicali della magistratura e del centrodestra.

A proposito di processo breve, Csm e Anm hanno parlato di sostanziale amnistia.
Siamo di fronte a un paradosso: si decide di accorciare i termini della prescrizione ma non si fa nulla per accelerare i processi. Il processo penale diventa una macchina iniqua che produce impunità per i più forti.

E Berlusconi oggi rilancia, sostenendo che la maggioranza ha i numeri per approvare le intercettazioni.
Preferirei che li usassero in favore dei precari invece di bloccare per altri 6 mesi il Parlamento su un'ulteriore legge dannosa per la legalità e per le vittime dei reati.

[Fonte: Il Riformista