mercoledì 23 giugno 2010

Fusse che fusse la vorta bbona, come diceva Tognazzi impersonando il pecoraio?

La notizia è veramente una piccola bomba. Ed ecco il solito giornalistume italico che, come al solito, dimostra di fare l'interesse degli amici degli amici e dei potenti. come si fa a sminuirla per favorire l'indagato.  
Fra i due articoli che pubblico decidete voi qual'è quello corretto, che da la notizia con tutti i fatti in maniera neutra,  e quello invece tutto a favore dell'indagato che da per scontata l'ennesima archiviazione.
Ci sarà un giudice a Roma che applichi la legge super partes?  

Idv, Di Pietro indagato per truffa
di Sonia Oranges
 
Rimborsi. Il fascicolo, aperto dopo la denuncia di Elio Veltri, riguarda le europee 2004.

La notizia circolava da settimane nei corridoi di piazzale Clodio, ma da ieri il leader dell'Idv Antonio Di Pietro è stato ufficialmente iscritto nell'elenco degli indagati. Di nuovo. E sempre per la stessa vicenda: i rimborsi elettorali incassati dall'Italia dei Valori, stavolta per le elezioni europee del 2004.

Il reato ipotizzato è quello descritto nell'articolo 640 del codice penale: truffa. Ad accusare l'ex pm, nella denuncia in base alla quale è stato aperto il fascicolo (nelle mani del pm Attilio Pisani e del procuratore aggiunto Alberto Caperna), l'ex sodale di Di Pietro, Elio Veltri, candidato sei anni fa in una lista collegata a Di Pietro, grazie a un accordo con il movimento politico del Cantiere che mise in campo anche Achille Occhetto e Giulietto Chiesa. I quali, come Veltri, non hanno ricevuto alcun rimborso elettorali, e che con lui hanno presentato una denuncia alla Corte dei Conti. Fascicolo poi girato dai magistrati contabili alla procura capitolina che da tre mesi sta indagando sulla faccenda. Secondo Veltri, l'associazione privata Italia dei Valori (i cui unici soci sono lo stesso Di Pietro, sua moglie Susanna Mazzoleni e Silvana Mura, la tesoriera recentemente assurta agli onori delle cronache quale “beneficiaria” di una delle case di Propaganda Fide) avrebbe incassato i fondi elettorali al posto dell'omonimo movimento politico, attraverso una serie di false autocertificazioni.

Certo, a piazzale Clodio ricordano anche che Di Pietro, qualche mese fa, ha firmato davanti a un notaio un atto per sancire che associazione e movimento politico Italia dei Valori sono la stessa cosa. E ricordano pure che denunce analoghe a quella di Veltri sono finite in archivio. Già nel marzo 2008, infatti, un'inchiesta simile, nata da un esposto presentato da Mario Di Domenico (altro ex fedelissimo del Tonino d'Italia), era stata archiviata. I magistrati, comunque, hanno delegato alla Guardia di Finanza una serie di accertamenti sul caso.

Di Pietro, però, ieri non sembrava essere preoccupato dal riproporsi delle vecchie accuse: «La Procura di Roma non poteva non procedere, anche questa volta, a seguito del solito esposto. Porteremo ancora una volta le carte per dimostrare che è tutto in regola, come peraltro hanno accertato non solamente plurime autorità giudiziarie, ma anche, da ultimo, l'Agenzia delle entrare e gli organi di controllo amministrativi e contabili». E ha aggiunto: «È importante però che l'opinione pubblica sappia che il denunciante, l'onorevole Veltri, è stato condannato a risarcire il danno di oltre 50mila euro per aver sostenuto accuse infondate nei miei confronti». Il riferimento di Di Pietro (che querelerà Veltri) è alla sentenza con cui, lo scorso aprile, il Tribunale di Monza ha condannato il Giornale e lo stesso Veltri per alcuni articoli sulla gestione del patrimonio dell'Idv. Nella sentenza, il giudice faceva anche riferimento alla vicenda del “Cantiere”, ricordando come il gip di Roma avesse «confermato la sostanziale correttezza delle determinazioni assunte dalla Camera nell'individuazione dell'Idv quale unico soggetto legittimato alla percezione dei rimborsi».


Fonte: il Riformista di martedì, 22 giugno 2010


   


DI PIETRO INDAGATO PER I RIMBORSI

di Alessia Meloni



Antonio Di Pietro ed Elio Veltri: un tempo insieme nel fondare l’Italia dei valori, oggi definitivamente contrapposti. E proprio una denuncia del giornalista è costata un'iscrizione nel registro degli indagati per truffa all’ex pm di Mani Pulite. Stando alla denuncia, l'Associazione Italia dei valori in occasione delle europee di sei anni fa si sarebbe sostituita nella gestione dei fondi elettorali al movimento politico di cui è leader Di Pietro con una serie di false autocertificazioni che avrebbero fatto confluire i soldi sul conto dell'associazione e non su quello del partito. «Storie vecchie, già tutte archiviate» si difende Di Pietro (ieri ha dato mandato ai suoi legali di querelare, comunque, Elio Veltri). Tesi, peraltro, confermata a palazzo di Giustizia dove si ricorda che analoghe denunce non sono approdate a nulla e che lo stesso Di Pietro, nel dicembre scorso, ha sottoscritto un atto notarile per sancire che associazione e movimento politico sono la stessa cosa (Quindi prima non lo erano? NdB). Comunque sia l'inchiesta è aperta e i magistrati hanno incaricato la Guardia di finanza di effettuare gli accertamenti del caso. 
Non è la prima volta che la magistratura romana è investita della questione dei rimborsi elettorali destinati all'Idv. Nel marzo del 2008 il gip di Roma archiviò un'analoga inchiesta che prese spunto dall'esposto presentato da Mario Di Domenico, ex esponente dell’Idv fino al 2003 e che, tra l'altro, costò a Di Pietro un'indagine della Corte dei conti ancora in corso e la rottura con Achille Occhetto e Giulietto Chiesa con cui aveva dato vita ad una formazione politica denominata il «Cantiere». 
« È sempre la solita storia trita e ritrita su cui già, più volte, si sono espresse le varie procure della Repubblica, archiviando il caso», ha replicato l'ex pm. «La Procura della Repubblica di Roma non poteva non procedere, anche questa volta, a seguito del solito esposto - ha aggiunto -. Porteremo, ancora una volta le carte per dimostrare che è tutto in regola, come peraltro hanno accertato ormai da tempo non solo plurime autorità giudiziarie, ma anche, da ultimo, l'Agenzia delle Entrate e gli organi di controllo amministrativi e contabili. Ci vuole pazienza, ci sono persone che non si rassegnano alla propria sconfitta politica e continuano ad infangare gli altri». «Si tratta di fatti vecchi con due pronunce penali di archiviazione dei gip di Roma e di Busto Arsizio ha commentato l'avvocato del leader Idv, Sergio Scicchitano -. Tutto questo clamore non ha alcun senso anche perché i bilanci del partito hanno superato il vaglio degli organi parlamentari preposti e dello stesso Erario. È normale che Di Pietro sia stato iscritto sul registro degli indagati: si tratta di un atto dovuto. Sono certo che Di Pietro si farà interrogare in tempi brevi».

• da La stampa del 22 giugno 2010

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