venerdì 5 febbraio 2010

Iran, presto altri nove oppositori impiccati

Iran, presto altri nove oppositori impiccati
Mussavi paragona Ahmadinejad allo scià

 

Altre nove persone processate per le manifestazioni di protesta in Iran saranno impiccate, dopo due giustiziate il 28 gennaio. Lo ha detto il vice capo della magistratura, Ebrahim Raissi, citato oggi dall'agenzia Fars. "Tutti i condannati - ha affermato Raissi - hanno legami con correnti anti-rivoluzionarie e hanno preso parte alla rivolta per rovesciare il sistema". Il 28 gennaio sono stati impiccati Mohammad Reza Ali-Zamani e Arash Rahmanpur, entrambi ventenni, riconosciuti colpevoli di essere 'Mohareb' ('nemici di Diò), di aver fatto parte di un gruppo di opposizione monarchico e di avere pianificato attentati contro autorità dello Stato. Raissi ha ribadito oggi che i due giustiziati erano stati arrestati nelle proteste di piazza degli ultimi mesi, cominciate dopo la rielezione alla presidenza di Mahmud Ahmadinejad del 12 giugno 2009. Secondo fonti dell'opposizione, invece, Ali-Zamani e Rahmanpur erano in carcere già da prime delle presidenziali e sarebbero stati impiccati per intimidire gli oppositori e convincerli a non scendere in piazza in manifestazioni previste nell'anniversario della rivoluzione, l'11 febbraio.

MUSSAVI PARAGONA AHMADINEJAD ALLO SCIA', RIVOLUZIONE NON HA RAGGIUNTO SCOPI - Mir Hossein Mussavi, leader dell'opposizione in Iran, ha paragonato oggi il presidente Mahmud Ahmadinejad al deposto Scià Pahlevi in un'intervista al suo sito, Kaleme, in occasione del 31/o anniversario della rivoluzione. Ricordando che Ahmadinejad definì l'estate scorsa "polvere e sterpaglia" i manifestanti scesi nelle piazze per protestare contro i risultati delle elezioni che lo vedevano rieletto, Mussavi ha affermato: "Quella interpretazione dell'Islam che definisce la gente 'polvere e sterpaglia' e crea divisioni tra il popolo è influenzata dalla cultura della monarchia". "Oggi - ha aggiunto Mussavi - si possono riconoscere le radici e i fattori che sono all'origine della dittatura". Il leader dell'opposizione in Iran, ha affermato oggi che c'é il Paese corre il pericolo di essere riportato "ad un dispotismo peggiore di quello di prima della rivoluzione", perché "il dispotismo esercitato in nome della religione è il peggiore possibile". Mussavi parlava in un'intervista pubblicata dal suo sito, Kaleme, in occasione del 31/o anniversario della rivoluzione. "Credo che la rivoluzione non abbia raggiunto i suoi obiettivi": lo ha detto oggi Mir Hossein Mussavi, leader dell'opposizione in Iran, in un'intervista al suo sito, Kaleme, in occasione del 31.o anniversario della caduta della dinastia Pahlevi. "Le restrizioni alla stampa, le carceri riempite di prigionieri politici, le spietate uccisioni nelle strade di gente che chiedeva pacificamente il rispetto dei suoi diritti, mostrano che le radici della dittatura sono rimaste dal sistema monarchico", ha affermato Mussavi. "L'opposizione della gente alla menzogna, all'imbroglio e alla corruzione che vediamo oggi sono l'eredità preziosa della rivoluzione islamica", ha aggiunto il capo dell'opposizione, affermando quindi che le proteste di oggi rappresentano una continuazione di quelle del 1979.

FRATTINI: BLOCCATI NUOVI INVESTIMENTI IN GAS E PETROLIO - "Non abbiamo segreti con i nostri amici israeliani, daremo loro tutti i dati del nostro interscambio con l'Iran. Ma siamo assolutamente fermi nel bloccare nuovi investimenti nei settori del gas e del petrolio e abbiamo già bloccato l' assicurazione Sace per chi investe in Iran". Franco Frattini, ministro degli Esteri, in una intervista al Tg de 'La 7' tocca il tema della riduzione del volume di scambi commerciali tra l'Italia e l'Iran auspicata ad Israele. "Già dal 2001 al 2008 - spiega il ministro - c'é stata una riduzione di oltre la metà degli interscambi, e nei primi sei mesi del 2009 un ulteriore abbattimento del 30%". Nel 2008 l'interscambio complessivo Italia-Iran è stato di oltre sei miliardi di euro. "Siamo ampiamente sotto, meno della metà dell'interscambio tedesco", rileva ancora Frattini, ricordando che verso Teheran sono già state adottate misure "di assoluta correttezza e che gli amici israeliani apprezzeranno".

SANZIONI? ITALIA FARA' LA SUA PARTE - "Sanzioni all'Iran? Ne ho a lungo parlato nel mio ultimo viaggio in Usa. Il Consiglio di Sicurezza Onu sta preparando una bozza, che potrebbe essere in discussione a febbraio. L'Italia non è nel Consiglio, ma farà la sua parte". E' quanto afferma il ministro degli Esteri Franco Frattini, durante la visita in Israele del governo italiano, sull'ipotesi di una nuova tornata di sanzioni Onu contro Teheran sul dossier nucleare.