martedì 23 febbraio 2010

Travaglio chiede licenza di uccidere

Dopo la sparata una grande retromarcia: «Io sono un pirla qualsiasi che fa una rubrica. È Michele il capo, lui è il genio della televisione. E quindi è lui che deve trovare una soluzione». Difficile anche per un genio della televisione come Michele Santoro trovarla, questa soluzione. Come può impedire che Travaglio venga attaccato in pubblico durante Annozero? E pare anche strano che uno che attacca tutti e tutto voglia questa garanzia.
Quando si scende nell’arena di Annozero, si sa quali sono le regole. Se dal cilindro di Santoro uscirà un coniglio bianco lo sapremo solo martedì, perché pare che proprio martedì risponderà alla lettera pubblicata ieri da Travaglio e che ha fatto pensare a un suo abbandono della trasmissione: «Caro Michele, ho riflettuto su quanto è accaduto giovedì ad Annozero. E, siccome è accaduto davanti a 4 milioni di persone, te ne parlo in forma pubblica». Motivo scatenante è stata la rissa televisiva dell’altra sera, dove sono volate parole grosse con Nicola Porro del Giornale («Sei un poveraccio», «sei un cretino arrogante») e con Maurizio Belpietro di Libero per una frase sulle frequentazioni di Bertolaso e su quelle di Travaglio.

Torniamo alla lettera, che era comunque stata preannunciata e che Travaglio aveva già mandato a Santoro in forma privata: «In tv non c'è tempo per spiegare le cose con calma. E, siccome io una reputazione ce l'ho e vi sono affezionato, non posso più accettare che venga infangata ogni giovedì da simili gentiluomini. Gli amici mi consigliano di infischiarmene, di rispondere con una risata o un'alzata di spalle. Nei primi tempi ci riuscivo. Ora non più: non sai la fatica che ho fatto giovedì a restarmene seduto lì fino alla fine. Forse la mia presenza, per il clima creato da questi signori, sta diventando ingombrante e dunque dannosa per Annozero. Che faccio? Mi appendo al collo le ricevute delle ferie e il casellario giudiziale? Esco dallo studio a fumare una sigaretta ogni volta che mi calunniano? O ti viene un'idea migliore?».

Non si capisce quale possa essere e se esista davvero un’idea migliore. Travaglio contesta a Santoro che non si possa più parlare di fatti in tv, perché in studio non c’è più un dibattito «ma una battaglia snervante e disperante fra chi tenta di raccontare, analizzare, commentare quel che accade e chi viene apposta per impedirci di farlo e costringerci a parlar d'altro».

Sembra insomma che Travaglio chieda a Santoro una sorta di licenza di uccidere e al tempo stesso di essere tutelato dai colpi degli altri. Nella sua lunga lettera sfogo scrive che a rovinare la trasmissione sono giornalisti che «non fanno i giornalisti: recitano un copione, frequentano corsi specialistici in cui s'impara a fare le faccine e a ripetere ossessivamente le stesse diffamazioni. Invece di contestare i fatti che racconti, tentano di squalificarti come persona. Poi, a missione compiuta, passano alla cassa a ritirare la paghetta. E, se non si abbassano a sufficienza, vengono redarguiti o scaricati dal padrone. Non hanno una faccia e dunque non temono di perderla. Come diceva Ricucci, che al loro confronto pare Lord Brummel, fanno i froci col culo degli altri. Sguazzano nella merda e godono a trascinarvi le persone pulite per dimostrare che tutto è merda».

Dallo staff di Annozero dicono che è tutto sotto controllo. Che Travaglio è un po’ stressato, che è il troppo lavoro dell’ultimo periodo ad avergli fatto perdere le staffe. Lui nega: «Io non sono di marmo, non vedo perché devo continuamente essere sbattuto come un delinquente. Senza poter replicare».

Eppure ha a disposizione un editoriale di oltre cinque minuti dove parla ininterrotto. Ma anche questo pare non bastare: «Se volete facciamo una trasmissione sulle mie frequentazioni e sulle mie ferie. Ma credo che non sarebbe un bene per il programma».

Allora cosa chiede a Santoro? Di mettere un veto sugli ospiti? «Non ho nessuna intenzione e nessun diritto di sindacare chi viene invitato. Ma voglio che sia garantito il contraddittorio. E vorrei che fosse fatto rispettando un sistema democratico».

E se Santoro non trova una soluzione? «Non me ne andrò certo da Annozero. Non gliela do vinta così facilmente a chi mi accusa. Ma sono sicuro che Santoro troverà il modo. E sono curioso anche io di vedere quale sarà».

di Caterina Soffici, da Prima pagina il Riformista,22 febbraio 2010