venerdì 26 marzo 2010

Dopo il caso Frisullo del PD, vicepresidente Regione Puglia, ecco il caso Penati, sempre del PD.

Il vicepresidente della regione Puglia, Alessandro Frisullo, appartenente al PD, il partito che fa la morale a tutti e su tutto, ha dichiarato di non sapere che le donne con le quali si accompagnava, presentategli da Tarantini, fossero delle escort,  ovvero delle prostitute. Tarantini, imprenditore nel ramo della sanità pugliese divenuto famoso per aver portato a casa del premier Berlusconi la escort D'Addario, accusa Sandro Frisullo di averlo favorito nell'affidamento di appalti per cinque milioni di euro nella ASL di Lecce in cambio di mazzette per 200/250 mila euro, di regali vari e delle prestazioni sessuali di tre giovani escort, per cui si desume che la D'Addario  non fosse una delle tre.  
Ma questo questo scandalo a livello personale di un appartenente al PD è il meno, perché un suo collega di partito, già presidente della provincia di Milano, Filippo Penati, stando a quando scoperto dai revisori dei conti della Bocconi, ha fatto di peggio. Ma in questa campagna elettorale, visto che è candidato per il PD a governatore della Lombardia, continua a fare il moralizzatore, cosa che non fece quando era presidente della provincia di Milano, distribuendo incarichi e prebende a tutti gli amici, amici degli amici, parenti e conoscenti. Tanto paga pantalone.
Ecco cosa viene contestato a Penati, ex presidente della provincia di Milano:
Consulenze e telefoni d’oro nella Provincia di Penati: anche la Bocconi lo boccia. Sotto la lente le oltre 1300 utenze a tariffa incontrollata e le spese per più di mille auto.
Sprechi nel distribuire telefonini ai dipendenti (1.300 con tariffe altissime), nell’usare le automobili (acquistandole e non noleggiandole), nelle consulenze personali che toccano il tetto delle 600 l’anno. E così sperperando si è arrivati a uno squilibrio di bilancio di 40 milioni di euro. 
È la pesante eredità della giunta Penati che l’amministrazione Podestà si è trovata sul groppone. A stimare il buco del bilancio e a calcolare quanto si debba stringere la cinghia entro i prossimi due anni è il «due diligence» stilato dai professori della Bocconi. Un rapporto che traduce in numeri la sofferenza dell’ente. 
I revisori di conti hanno scoperto anche errori sulle bollette commessi dalle compagnie telefoniche pari a 160mila euro (i soldi verranno restituiti alla Provincia). 
«Purtroppo dobbiamo rimandare alcuni progetti che avevamo messo in cantiere, penso al pulsante antipanico da far scattare in caso di malore o pericolo - commenta il presidente della Provincia Guido Podestà -. Cercheremo di ridurre gli immobili, portandoli da 11 a tre. Questa operazione ci frutterà 130milioni di euro».