martedì 9 marzo 2010

Gli anni passano, passano i lustri, ma i comunisti rimangono tali e quali

Il muro di Berlino è crollato, ma non in Italia. 
Sembra di essere a Cuba o in Corea del Nord. Basta leggere quanto accade in questi giorni in alcune librerie italiane a danno di Giampaolo Pansa, già collaboratore di rango della Repubblica e dell'Espresso, che ha deciso di raccontare, scrivendolo in molti libri, quello che è realmente accaduto in Italia dal 1943 in poi e fino agli anni 1949/50: una guerra civile.
Altro che resistenza. Ci hanno liberato gli americani punto e basta. E meno male, perché se al loro posto fossero arrivate le truppe di Stalin il baffone avremmo fatto la fine che fecero tutti i paesi "liberati" dai rossi/russi: dependance/satelliti della Russia.

Boicottano Pansa

La sinistra infila volantini anti-acquisto nei suoi libri per convincere i lettori a non comprarli.


Una volta li gambizzavano. Adesso la critica ai giornalisti dal carattere e dalla penna forte è più soft. La sinistra si accontenta di inserire dei volantini nei libri di Giampaolo Pansa per convincere i lettori a non comprarli o quanto meno a leggerli “con spirito critico”. Ma la verità è che cercano di boicottare in tutti i modi un giornalista che ha semplicemente deciso di raccontare i fatti. Così come sono accaduti, così come i testimoni e i documenti li hanno tramandati.
Scrivono, i giovani del Pdci, che bisogna sapere che l'obiettivo dell'autore è quello di “riscrivere punto per punto la Storia dell’antifascismo italiano e della Resistenza” e “minare le basi storiche sulle quali poggia la Repubblica nata dalla Resistenza, di fatto assolvendo i fascisti”. Loro, quelli della Fgci, l’organizzazione giovanile del Pdci-Federazione della Sinistra, desrivono così questa iniziativa che ha preso piede in alcune librerie di Roma e di altre grandi città d'Italia.
“Nessuna censura, ma chi compra un libro del genere deve sapere cosa sta leggendo, altrimenti il revisionismo rischia di affermarsi, soprattutto tra le giovani generazioni”.
Ancora una volta, il coraggio di Pansa, per molti suoi detrattori un revisionismo, una reinterpretazione della storia parziale e opportunista, viene contestato. Ma non è la prima. E non sempre lo hanno fatto senza violenza.

Le contestazioni- Già in passato, infatti, il giornalista di Libero e del Riformista, aveva subito contestazioni a opera del collettivo romano Militant (“Triangolo rosso? Nessun rimorso”, lo slogan scandito degli attivisti) durante la presentazione del “Sangue dei vinti” (2003), dedicato agli assassinii e ai crimini compiuti da ex partigiani dopo la Liberazione. Temi Pansa aveva ripreso nei suoi libri successivi: “Sconosciuto 1945” (2005) e “La grande bugia” (2006). Durante la presentazione del libro in un hotel di Reggio Emilia il 16 ottobre 2006, Pansa era stato violentemente contestato da alcuni giovani dei centri sociali, tra cui degli esponenti della federazione romana di Rifondazione Comunista. In seguito ad altri episodi d'intolleranza e di contestazione avvenuti nei giorni successivi a Bassano del Grappa ed a Castelfranco Veneto, nel corso del giro d'incontri organizzato per promuovere il libro, ed a causa anche delle minacce ricevute, Pansa dovette annullare le successive tappe del tour promozionale.

da Libero-news.it dell'8/3/2010 [Fonte]