domenica 19 settembre 2010

Quando la malagiustizia diventa quotidiana

“Piccole” questioni di "ordinaria" giustizia. Dedicate a quanti non credono che quelle relative alla giustizia siano questioni urgenti: l'emergenza più drammatica di questo paese; emergenza che non riguarda solo la comunità penitenziaria: i quasi settantamila detenuti e le decine di migliaia di agenti di polizia penitenziaria costretti a vivere in condizioni che sono un insulto per un paese civile.
Si tratta anche delle migliaia di processi che giacciono in attesa di definizione, la maggior parte dei quali è fatalmente destinato a morire per prescrizione: come ci ricorda tutti i giorni Marco Pannella, una quotidiana, silenziosa, amnistia di classe; una denegata giustizia di massa, come ci diranno fra qualche mese, anche quest'anno i procuratori generali nelle loro relazioni di apertura dell'anno giudiziario: reati da una parte impuniti, dall'altra processi che non si riescono a celebrare: con persone che non riusciranno a vedersi riconosciuti quei diritti di cui hanno diritto. A rimetterci sono sempre e solo i poveri cristi, perché chi ha denaro e potere per potersi permettere un buon avvocato, o dispone delle amicizie giuste, se la cava sempre. Ci sono tre storie che possono essere prese a paradigma della situazione che abbiamo cercato dì descrivere. Tre storie, come si dice, emblematiche.
Enna, entroterra siciliano. Il procuratore di quella città si chiama Calogero Ferrotti, ha 67 anni, è in magistratura da trenta. Ha chiesto di andare in pensione, il dottor Ferrotti; poi però ha ritirato la richiesta. Lo ha fatto per "senso delle istituzioni". Cosa c'entra il senso delle istituzioni con la pensione? Il fatto è che il dottor Ferrotti è l'unico magistrato della sua città: se lui se ne va, al palazzo di giustizia restano solo gli uscieri. Erano in due, fino a qualche giorno fa, a dividersi i 7mila procedimenti che arrivano ogni anno: trecento circa al mese, dieci a testa ogni giorno, domenica e feste comprese. Il sostituto qualche giorno fa è andato via, ha ottenuto di essere trasferito nelle Marche. Ora il dottor Ferrotti è solo. Una mano la danno i vice-pretori onorari, che però si possono occupare di vicende minori. Il grosso, però, fatto di fermi da convalidare, sequestri, inchieste sulla mafia da coordinare, interrogatori e udienze ricadono sulle sue spalle.
Restiamo in Sicilia, a Barrafranca. 
C'è uno spacciatore, è sotto controllo, gli hanno piazzato microspie e lo incastrano con le intercettazioni. Un cliente dice: "Digli che ti manda Salvatore"; e Salvatore viene messo sotto inchiesta. Solo che non è il Salvatore buono, è un commerciante di giocattoli, sposato con un bimbo, che con la droga non ha mai avuto a che fare. Gli perquisiscono l'abitazione; non trovano nulla. Non importa: c'è quella intercettazione: rinvio a giudizio, interrogatori... passano ben dieci anni. Alla fine completamente prosciolto. Depone a favore anche un carabiniere, e un consulente fonico. Assicura che la voce del Salvatore intercettato non è quella dei Salvatore sotto processo. Ci hanno messo dieci anni per riconoscere l'errore, perché l'incubo avesse fine.
Terza storia, a Palermo: la storia del bandito Salvatore Giuliano ucciso in circostanze mai troppo chiarite a Castelvetrano il 5 luglio del 1950 immagino sia abbastanza nota. Di certo, scriveva in una sua celebre inchiesta Tommaso Besozzi su "l'Europeo", si sa solo che è morto. Morto ammazzato. Perché ormai era scomodo anche ai suoi protettori, perché si ribellava a certe logiche, perché a Cosa Nostra non serviva più. Bene: qualche giorno fa la procura di Palermo ha aperto un fascicolo, per cercare di capire come stanno le cose. Sono state già ascoltate delle persone la cui testimonianza è ritenuta utile, e insomma: sessant'anni dopo, si cerca di capire chi ha ucciso il bandito Giuliano. Come dire: "non è mai troppo tardi". Chissà, forse prima o poi apriranno un fascicolo per accertare se davvero il signor Abele è stato ucciso dal fratello Caino.

Articolo di Valter Vecellio pubblicato su L'Opinione delle Libertà, il 14/09/10