sabato 30 luglio 2011

La "pulzella toscana" ex DC ora del PD degli ex comunisti si è fatta la casetta a Roma...

La vera storia della casa di Rosy Bindi

Martedì 2 novembre 2010 a Ballarò mi è capitato di ricordare a Rosy Bindi che della privacy dei politici si fa uso e consumo a seconda delle convenienze. Non deve averne Silvio Berlusconi, ma quando mi è capitato di occuparmi di come proprio Rosy Bindi avesse ottenuto una casa dietro piazza del Popolo dall'Inail nel 2000 comprandosela poi nel 2006 approfittando delle cartolarizzazioni del ministero dell'Economia, mi sono trovato di fronte al muro della privacy. Con fatica ho scoperto poi il prezzo di acquisto- 421 mila euro- che era assai inferiore a quello di mercato dell'epoca (739.810 euro secondo la valutazione di Stima-Cerved). La Bindi si è indignata perché lei non sarebbe accostabile al caso di Claudio Scajola. E in effetti non lo è. Ha fatto di meglio. Perché i politici prima lottizzano l'Inail, poi invece di aderire a un bando come fanno tutti i cittadini, chiedono ai manager lottizzati di trovargli una casetta in centro di Roma a poco prezzo a due passi dalla Camera. E quando è il momento buono l'acquistano anche con un meraviglioso sconto. Naturalmente così passano davanti a chi ne avrebbe più bisogno. Chissenefrega. Per altro la Bindi passò davanti anche a un collega deputato, Vincenzo Zaccheo, oggi finiano. Che se la prese talmente da volere riempire di pugni il manager Inail che aveva favorito la Bindi. Come racconta lo stesso Zaccheo nella telefonata che potete sentire tutti nel file audio video allegato... Buon ascolto.
 
Per il file audio, molto interessante, usate andate alla fonte della notizia in questo blog