giovedì 29 aprile 2010

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Che il quotidiano la Repubblica sia schierato a sinistra politicamente è cosa nota urbi et orbi. Decise così il suo fondatore, il calabrese Eugenio Scalfari, molto tempo addietro. Ma arrivare all'esser così sfacciati e definirsi anche libera informazione anziché giornale di partito non è cosa liberal... democratica, considerato che anche Repubblica riceve i contributi dello stato riservati all'editoria.
Pubblico l'articolo odierno di Repubblica al cui estensore chiedo:
quando al comune di Roma governavano i sindaci di sinistra che crearono il pauroso buco di bilancio di quasi 9 miliardi di euro, cioè quasi 18mila miliardi delle vecchie lire, i soloni di Repubblica dov'erano?


da la Repubblica del 29 aprile 2010
di Giovanna Vitale

Caro Berlusconi, dicci cosa sta succedendo a Roma. Perché, quasi alla boa di metà anno, la capitale è ancora senza bilancio di previsione 2010? È vero che il debito pregresso, cristallizzato dagli ispettori di Tremonti a 8,7 miliardi nel 2008, è lievitato a circa 12 miliardi nonostante le multimilionarie iniezioni di liquidità governative? Perché c’è così poca trasparenza sul reale stato dei conti capitolini? Perché Alemanno non ha mai pubblicato il bilancio separato del Comune, quello dedicato al risanamento, malgrado il Parlamento lo avesse impegnato a farlo? Non è che il sindaco, nascondendosi dietro l’alibi perfetto del disavanzo accumulato in passato, vuole accollare la sua «cattiva gestione» allo Stato, cioè a tutti i contribuenti italiani?
Sono stufi di stare a guardare i parlamentari del Pd. Di fronte al «malgoverno della giunta di centrodestra» che mette a rischio «una serie di servizi essenziali», quindici senatori guidati dalla vicepresidente Bonino chiedono chiarimenti direttamente al premier: una lunga interpellanza-firmata tra gli altri dai colleghi Zanda, D'Ubaldo, Milana, Cosentino e Vita per avere notizie certe sulla "manovra fantasma" e «l'effettiva entità del debito comunale». Non gli bastano più le vaghe dichiarazioni di Alemanno che giusto ieri ha annunciato «per luglio il varo del Bilancio 2010, dopo la manovra economica del governo a giugno», con la quale si dovrebbe «risanare definitivamente il debito pregresso con un finanziamento strutturale di 500 milioni all’anno». Per i senatori democratici «la situazione appare precipitare in tempi rapidissimi» nella più «totale mancanza di informazione e trasparenza».
Dopo la ricostruzione dell’iter che ha portato alla divisione del bilancio cittadino in due parti - una bad company accollata allo Stato dove è confluito tutto il disavanzo accumulato fino alle amministrative 2008 e una gestione ordinaria a cura del Comune depurata da ogni onere passato-, il Pd vuol capire «se è vero che il debito è aumentato di oltre 3 miliardi in regime di commissariamento tuttora in corso affidato al sindaco Alemanno».
Dubbi che prendono forma nella successiva richiesta, formulata per sapere «se sia stata messa in atto da parte dei ministeri dell’Interno e dell’ Economia l’ attività di monitoraggio e di controllo sull’attuazione
del piano di rientro», espressamente prescritta dalla legge, «che prevede la comunicazione trimestrale da parte dell’autorità commissariale dei flussi di cassa, degli incassi e dei pagamenti». Delle due l’una: poiché il debito è aumentato, o il monitoraggio non c’è stato, oppure il piano non è stato attuato correttamente. Domanda sottintesa: chi ha barato? Ancora. Al premier i Bonino Boys chiedono se non ritenga necessario che gli enti locali informino i cittadini sul bilancio, «in particolare nel caso di Roma», dove alla preoccupazione dei cittadini si aggiungono «le recenti affermazioni del commissariostraordinario e dell’assessore al Bilancio Maurizio Leo, che hanno candidamente dichiarato di aver perso il polso della situazione». Secco il quesito finale, lanciato a nuora (Berlusconi) perché suocera (la Lega) intenda: non è che «dietro le complesse e talora oscure procedure sopra menzionate» si cela «un’operazione tendente a trasferire allo Stato il debito del Comune di Roma, anche quello prodotto e accumulato dalla giunta in carica»?