sabato 3 aprile 2010

Intervista all'on. Luciano Violante del PD

Oggi, sul quotidiano di proprietà della famiglia Agnelli, la Stampa di Torino, è stata pubblicata una intervista fatta all'On. Violante, vera eminenza della sinistra. 
Infra righe, in color rosso mattone,  i miei commenti. 

"Presidenzialismo? Bene se non diventa un sultanato"

Onorevole Violante, la destra è infuriata con lei perché ha detto no all'elezione diretta del premier. La accusano di aver chiuso la porta al dialogo. E’ così? 
«No. Solo Israele ha avuto l'elezione diretta e poi la ha abbandonata, perché è un sistema micidiale per la democrazia. L'elezione diretta del Capo dello Stato invece ha vari modelli, quello Usa o quello centroafricano. Il centrodestra deve chiarire la sua posizione. Un buon presidenzialismo è quello americano: significa netta separazione dei poteri, parlamento forte, non designato ma eletto, indipendenza della magistratura (indipendenza dei Giudici come in tutti i Paesi civili, mentre i p.m. devono essere agli ordini dell'esecutivo ed eletti dal Popolo, come in USA), rigorose misure contro il conflitto di interessi, totale indipendenza dei mezzi d'informazione dalla politica (senza alcun sostegno economico da parte dello Stato!». 

Ma lei è sicuro che un referendum sull'elezione diretta dei premier verrebbe bocciato dagli italiani?
«Sgombriamo il campo dalla situazione attuale che riguarda Berlusconi. Con un sistema del genere, domani qualunque avventuriero con parecchi soldi a disposizione, visto che non c'è alcuna legge sul conflitto di interessi (il primo dei quali ad essere normato deve essere quello sui rimborso elettorale ai partiti, alla ristrutturazione oppure alla chiusura dei C.A.F. per come vuole l'EU e quella sui sindacati che devono vivere senza alcun aiuto, ancorché indiretto da parte dello Stato) potrebbe decidere di mettere su un po' di giornali e TV e mettersi a fare il premier. Questo sarebbe un sultanato! (uguale a quello delle COOP) Altra cosa sarebbe un presidenzialismo di tipo americano. Io resterei contrario, ma riconosco che sarebbe una proposta seria». 

E quale potrebbe essere una base di partenza su cui sareste disponibili a discutere?
«Noi proponiamo: forte governo in forte Parlamento e forte premier in forte governo. Forte premier vuol dire che la fiducia la si dà solo a lui e non anche al governo; che il premier possa ottenere la nomina e la revoca dei ministri; che possa chiedere al Capo dello Stato lo scioglimento della Camera, che possa ottenere il voto a data fissa sulle leggi del governo; Senato federale e riduzione del numero dei parlamentari. Infine, restituzione ai cittadini del diritto di scegliere i propri parlamentari. A questo punto che senso ha un'elezione diretta? Se invece si volesse lasciare questo modello per passare al presidenzialismo, bisognerebbe dire chiaramente quale legge sul conflitto di interessi, come garantire un forte Parlamento e il rispetto dell'indipendenza della magistratura». 

Dunque il vostro non è un no secco a qualsiasi ipotesi di presidenzialismo.
«Noi proponiamo un sistema parlamentare razionalizzato. Ma siamo disposti a misurarci con altre proposte, purché siano in un solco democratico (una legge fatta dal Parlamento non è "democratica?). Se tutto si risolve nell'elezione diretta, non si capisce poi bene se del premier o del Capo dello Stato, è chiaro che non si vuole far nulla». 

Il centrodestra presenterà una sua proposta organica dopo Pasqua. Voi intendete aspettare il loro documento o giocherete d'anticipo con una vostra proposta che ricalchi la cosiddetta bozza Violante approvata la scorsa legislatura?
«La cosiddetta bozza Violante l'abbiamo già presentata. E' positivo che il centrodestra presenti una propria proposta organica. La valuteremo con rispetto e attenzione. Naturalmente poi c'è il punto delicatissimo della legge elettorale...». 

Se fosse per lei tornerebbe al maggioritario o no?
«Gli italiani devono tornare a scegliere i loro parlamentari (quando gli Italiani hanno scelto - referendum sulla responsabilità civile dei magistrati e sul rimborso elettorale ai partiti - abbiamo visto quale scempio è stato fatto della volontà popolare, quindi lasciamola stare, oppure rispettiamola sempre). Questo diritto esisteva già col Mattarellum e sarebbe restituito col sistema tedesco, con quello francese e con quello inglese. Decideremo insieme nel partito e nei gruppi parlamentari quale possa essere migliore nel contesto della nostra proposta. Ma la priorità è togliere quel potere alle oligarchie di partito che lo avevano ottenuto dal centrodestra e restituirlo ai cittadini».

• da La stampa del 2 aprile 2010

di Carlo Bertini  [Fonte