venerdì 2 aprile 2010

Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède et de Montesquieu, meglio noto unicamente come Montesquieu

Il fisosolo e politico francese Montesqieu nel suo celebre De l'esprit des lois ( Lo spirito delle leggi) del 1974, considerato la base di ogni costituzione moderna per la teoria politica della separazione dei poteri, ebbe anche a dire: Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell'esecutivo.
Io, parafrasandolo, dico:
Lo Stato perirà nel momento in cui un ordine giudiziario politicizzato oltremisura, pretenderà di sostituirsi al potere legislativo, volendo divenire anch'esso potere dello Stato.

Eccone un ultimo perché:

Quello che è accaduto in occasione delle recenti elezioni regionali nel Lazio è l'ultimo chiaro segno che la mia perifrasi non è campata in aria.

Ma, purtroppo, in campo politico, lor signor hanno fatto, come sempre, di più e di peggio.

Tutto ciò mentre il Consiglio d’Europa, con una dichiarazione approvata nella sessione del 13 maggio 2004 dal Comitato dei Ministri degli esteri – ivi compreso il rappresentante del Governo italiano - ha ritenuto essenziale, per considerare le elezioni corrette e democratiche , il rispetto della seguente regola: "gli elementi fondamentali del diritto elettorale non devono poter essere modificate nell'anno che precede le elezioni"

Per le elezioni Regionali 2010 sei leggi elettorali sono state cambiate a meno di un anno dal voto:

- Calabria: Legge regionale n. 4 del 6 febbraio 2010
- Basilicata: Legge regionale n 3 del 19 gennaio 2010, modificata il 4 febbraio
- Umbria: Legge regionale n. 2 del 4 gennaio 2010
- Toscana: Legge regionale n.50 del 5 agosto 2009
- Piemonte: Legge regionale n.21 del 29 luglio 2009
- Campania: Legge regionale n. 4 del 27 marzo 2009
- Puglia: sino alla fine di gennaio non c’era certezza sulla modulistica per la raccolta firme.

Stranamente sono tutte regioni che erano governate dalla "democraticissima" sinistra italiana, e in tre di esse, Calabria, Campania e Piemonte hanno, nonostante tutto questo, perduto le elezioni.

Prima di questa tornata elettorale le avevano tentate tutte. Oltre a cambiare la legge, si è avuta l’incertezza delle regole sulla raccolta firme e la presentazione delle liste perchè, in molte Regioni, sino a meno di un mese dal termine per il deposito delle liste per queste elezioni, è stato impossibile raccogliere le firme per la presentazione delle liste dei candidati a causa di una gravissima incertezza delle regole sugli adempimenti necessari.

La normativa nazionale – così come gran parte delle normative regionali - prevede che da 180 giorni prima delle votazioni sia possibile iniziare la raccolta delle firme sulle liste di candidati, su moduli conformi alle indicazioni del Ministero dell’interno o su quelli predisposti dalle Regioni che hanno adottato delle proprie leggi elettorali.

Tutto questo è accaduto, ancora una volta in Regioni presiedute dai "democratici" di sinistra, ovvero:

* Calabria: la legge elettorale del 6 febbraio 2010 ha modificato il numero minimo e massimo dei candidati da inserire nelle liste provinciali, rendendo inutilizzabili le firme sin qui raccolte.
* Puglia: fino a gennaio 2010 non erano stati predisposti i moduli né per la raccolta delle firme né per l’accettazione dei candidati
* Campania: solo a partire dal 1 febbraio è stato possibile avere i modelli ufficiali per l’accettazione di candidatura e la presentazione delle liste
* Umbria: a causa della legge elettorale approvata il 4 gennaio 2010, sino alla fine del mese non è stato possibile raccogliere le firme per la mancanza di qualsiasi indicazione specifica relative alla procedura per la raccolta delle firme
* Basilicata: a causa della legge elettorale approvata il 14 gennaio 2010 e poi di nuovo modificata per evidente incostituzionalità, sino ai primi di febbraio non è stato possibile raccogliere le firme per la mancanza di indicazioni relative al numero minimo e massimo dei candidati da inserire nelle liste provinciali nonché alla procedura per la raccolta delle firme
* Marche: La legge elettorale regionale vieta la raccolta firme sino a quando non vengono convocati i comizi elettorali, ovvero solo 30 giorni prima della scadenza del termine per la presentazione delle candidature.

Fonte: Radicali.it