giovedì 22 luglio 2010

Da quale pulpito arriva la predica...

Il già comunista Massimo D'Alema, facendo affidamento sulla mancanza di memoria del popolo italico,  si permette il lusso di ergersi a moralista su tutto e contro tutti. Quest'ultima boutade, però, le supera tutte.
Ricordo al giornalista, onorevole e presidente del COPASIR che prima di parlare di morale dovrebbe leggersi il libro scritto dal proprietario dei supermercati Esselunga, di cui ho già scritto,  che racconta con dovizia di particolari, e con prove inoppugnabili,  il comportamento dei suoi sodali di partito che amministrano la cosa pubblica dal quale comportamento si evince che  il fine primario e agevolare i loro amici, nel caso di specie le COOP.
Infine, en passant, ricordo anche la famosa frase dell'ex segretario del suo partito, Piero Fassino, che ebbe a dire:  «Abbiamo finalmente una banca?» .

 LA POLEMICA

«Con Berlusconi corruzione da anni '90»

D'Alema: non si tratta di casi singoli, è una rete.


Berlusconi «ha riportato il paese agli standard di corruzione della vecchia Italia, della tanto vituperata prima Repubblica». Lo ha detto Massimo D'Alema arrivando alla festa dell'Unità di Roma commentando le ultime notizie emerse dall'inchiesta sulla cosiddetta P3. «Emerge intorno al potere berlusconiano una rete di interessi, una rete affaristica che appare come un vero e proprio sistema di potere - dice il presidente del Copasir - non si tratta di casi singoli come dice il premier ma di qualcosa che assomiglia alla rete degli anni '90». Secondo D'Alema «Berlusconi ha sottovalutato» la vicenda e «ho trovato incredibile la sua battuta sul fatto che certe cose accadono anche a preti e carabinieri. Questa vicenda fa venire alla luce la crisi di un sistema di potere, la crisi di un governo, la crisi di un leader che ha riportato il Paese agli standard di corruzione della vecchia Italia, della tanto vituperata prima Repubblica». (fonte Apcom)
 
[VIA]

21 luglio 2010