domenica 4 luglio 2010

Un altro primato di Bassolino: DERIVATI MADE IN NAPLES

Ancora un primato poco lusinghiero all'ombra del Vesuvio. Fu infatti Napoli il primo comune italiano a dare inizio alla “finanza creativa” che ha portato comuni e regioni ad infilarsi nella trappola dei derivati, quei prodotti finanziari ad alto rischio che - secondo quanto ha dichiarato nel processo in corso a Milano su questi titoli-truffa, il pm Alfredo Robledo - sono un'autentica bomba a orologeria, che prima o poi esploderà travolgendo l'intero Paese. La storia ce la racconta Gaetano Montefusco, avvocato e scrittore, implacabile difensore al fianco delle vittime dei “crack annunciati” fin dai tempi del primo dissesto di Palazzo San Giacomo, quello che negli anni ‘90 mise in ginocchio il gia' fragile tessuto produttivo ed economico partenopeo.
«Era la fine del 1995 - spiega Montefusco, che all'argomento ha dedicato due libri inchiesta - quando l'assessore bassoliniano alle finanze Roberto Barbieri stupi' il mondo con l'annuncio dell'emissione dei BOC: 300 miliardi di vecchie lire rastrellate a Wall Street dalla banca d'affari Merrill Lynch per la vendita di buoni ordinari del comune partenopeo. Da allora termini come spread, swap o rating sono entrati nel linguaggio corrente dei ragionieri degli enti locali. Prima i comuni erano controllati dai Coreco e dai segretari comunali e attingevano risorse finanziarie alla Cassa Depositi e Prestiti. Saltati i controlli hanno fatto soldi indebitandosi sciaguratamente sui mercati e rinegoziando continuamente il debito spostando sempre piu' oltre il momento del pagamento e giungendo cosi' ad ipotecare decenni del futuro delle nuove generazioni».
«Chi governa - prosegue Montefusco - non si preoccupa dei debiti che le amministrazioni hanno verso i fornitori e risana i conti semplicemente non onorando i pagamenti. Sant'Antonio Bassolino risanò i conti di Napoli grazie alla legge sul dissesto. San Guido Bertolaso ha risanato l'emergenza rifiuti con la legge sulle unita' stralcio, piccole enclave dei conti ministeriali gestite come procedure fallimentari. E' cosi' che a Napoli la Protezione civile e' riuscita finora a pagare solo chi vuole e non certo chi deve. Il dottor Robledo, che ho conosciuto anni fa, ha ragione: ci aspettano tempi durissimi. Stiamo peggio della Grecia anche se imbellettiamo meglio i conti».

di Furio Lo Forte, 04/07/2010
 
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