martedì 18 maggio 2010

Se lo dico io che sono un nessuno non mi credono, ma se lo dice un Procuratore Capo della Repubblica?

Oppure, se lo dice Berlusconi? 
In effetti lo dice da quando é "sceso" in politica, che certa magistratura lo perseguita perché il suo fare politica ha fatto andare a ramengo la gioiosa macchina da guerra degli ex comunisti, come la chiamava Occhetto,. Gli ex comunisti pensavano di prendere il potere democraticamente e di nion lasciarlo più, come avviene nell'Emilia Romagna.  Berlusconi ha impedito questo sogno che accarezzavano dal dopoguerra. 
Per questo è diventato il nemico da abbattere, con tutti i mezzi possibili, principalmente quelli democratici per eccellenza: la magistratura politicizzata, e quelli più astuti e sottili: la calunnia, le insinuazioni, i pettegolezzi e, perchè no, un po' di sessoa gogò.
Quindi il "Berlusca" è diventato di colpo l'antidemocratico per eccellenza perchè non si fa processare come Andreotti, anzi, peggio, è un dittatore fascistello che ha persino abolito la libertà di stampa. O, peggio, si arricchisce con i terremoti secondo la vulgata della comica Sabina Guzzanti.

Ebbene, a dire che vi é certo tipo di magistratura ed un certo tipo di Consiglio Superiore della Magistratura che dovrebbe essere super partes, é un ex Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno che, intervistato da Panorama, ha dichiarato che fanno carriera soltanto i magistrati che indagano e processano Berlusconi ed i suoi amici. 
A tutti gli altri, ovvero quelli come lui, e i due colleghi trattati allo stesso modo: Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, realmente indipendenti da condizionamenti e orientamenti di ideologia politica, la carriera viene stroncata dal Consiglio Superiore della Magistratura che, anche di fronte alle prove più lampanti del loro essere stati corretti, giusti ed aver agito rispettando le leggi, se ne frega.  Tutti e tre sono stati "scagionati" dal Procuratore Capo di Salerno prima, e poi dalla Procura di Perugia che ha indagato su di loro per competenza territoriale.

Nella foto l'ex procuratore Capo di Salerno, Dottor Luigi Apicella. 

Qui di seguito gli screenshot delle due pagine del settimanale Panorama che ne ha pubblicato l'intervista. 
 



































In conclusione pubblico la lettera di commento alle dimisioni del Procuratore Apicella, scritta dalla collega Gabriella Nuzzi:


I testimoni della verità e gli anticorpi del sistema
 Riceviamo dalla Dott.ssa Gabriella Nuzzi, pubblichiamo integralmente e sottoscriviamo una lettera con la quale il magistrato commenta le dimissioni di Luigi Apicelladalla magistratura additando le responsabilità di quei poteri forti che hanno violentemente attaccato il “pericoloso” lavoro svolto da Luigi de Magistris e dalla procura di Salerno.
Al fine di proteggere gli interessi di quella schiera di intoccabili che le loro stesse indagini avevano identificato e che rischiavano di compromettere.

L’addio del Procuratore Apicella alla magistratura è un gesto che desta profonda amarezza e sconcerto, che non può e non deve essere “liquidato” nelle brevi, laconiche parole pronunciate dal Presidente dell’A.N.M.
Occorre riflettere a fondo sulle ragioni di questa “scelta” obbligata.
L’opinione pubblica e le forze sane interne delle istituzioni hanno il diritto di conoscere la verità, del perché un intero apparato istituzionale, sulla base di un’inaccettabile menzogna (l’inscenata “guerra tra Procure”) e con tanta unanimità di intenti, abbia attaccato così violentemente dei servitori dello Stato, tolto loro le funzioni inquirenti, bloccato le indagini nelle quali erano impegnati, messo in atto una meticolosa opera di distruzione della loro reputazione personale e professionale.
Siamo stati lasciati soli, nel silenzio e nella indifferenza di chi, per dovere istituzionale oltre che morale, avrebbe dovuto accertare i fatti e tutelarci, in balia di attacchi di ogni genere, senza alcuna possibilità di difesa, senza diritto alcuno (per quanto mi riguarda, neppure quello ad essere madre), folli artefici di un disastro istituzionale o, piuttosto, testimoni scomodi di una verità devastante, in attesa che, lenta e silente, giunga finalmente la nostra eliminazione, la quieti ritorni e la normalizzazione del “sistema” sia definitivamente compiuta.
Stiamo pagando un prezzo altissimo per quella verità ed è in nome di essa che è necessario fare al più presto chiarezza su quanto è accaduto e sta accadendo, perché nessun magistrato sia più costretto a lasciare, per il proprio onore, il lavoro che ama. 


Gabriella Nuzzi [VIA] (
Fonte: www.antimafiaduemila.com, 28 luglio 2009)


Proseguo, per "par condicio" con la lettera di dimissioni del dottor Apicella:

martedì 28 luglio 2009

LA LETTERA DI DIMISSIONI DI LUIGI APICELLA, orgoglio, rabbia e delusione di un italiano troppo onesto

Riporto pari pari dal blog di Sonia Alfano la notizia delle dimissioni di Luigi Apicella, reo di aver difeso la verità, reo di aver dato ragione a De Magistris nell'opportuna sede, colpito per questo da attacchi politici e governativi di stampo imperialista:

Era il 28 gennaio di quest'anno e tutti insieme ci siamo dati appuntamento a piazza Farnese, a Roma, per manifestare la nostra solidarietà al procuratore di Salerno Luigi Apicella.
Io insieme a Beppe Grillo, a Salvatore Borsellino, ad Antonio Di Pietro abbiamo voluto fortemente quella manifestazione per gridare ancora una volta a questo Paese la forte voglia di democrazia.
A distanza di 7 mesi da quella manifestazione, purtroppo, arrivano le dimissioni di Luigi Apicella.
Ancora una volta non è stato permesso a chi voleva di lavorare serenamente ed onestamente.
A Luigi Apicella esprimo ancora una volta tutta la mia solidarietà.
Vi lascio con la sua lettera di dimissioni; non serve aggiungere altro:
  • «Ho servito lo Stato per oltre 45 anni con lealtà, abnegazione, trasparenza e libero da condizionamenti nel rispetto delle leggi per assicurare la Giustizia ai cittadini.
    L'eccezionale impegno profuso dai Magistrati della Procura della Repubblica di Salerno sotto la mia direzione, anche in complesse indagini di criminalità organizzata di stampo camorristico, in maxi inchieste per reati contro la Pubblica Amministrazione e di criminalità economica, ha ricevuto costantemente conforto nelle competenti sedi di giudizi anche di legittimità. Questi eccellenti risultati, cui sono stati riconosciuti importanti apprezzamenti dal Procuratore Nazionale Antimafia, dalle Istituzioni, dalla stampa e dai cittadini, non hanno evitato che mi venisse inflitta una sanzione che incrina la mia fiducia nella Giustizia. Non è questa la sede per discutere dei provvedimenti assunti dai miei colleghi di ufficio e da me, nè per dolermi delle decisioni assunte nei nostri confronti, dei quali ciascuno rende conto innanzitutto alla propria coscienza umana e professionale, ma che comunque forniscono un quadro dell'attuale Giustizia in Italia.
    Tuttavia dalla valutazione dell'intera vicenda non posso non rilevare come non ci sia stato alcun allarme da parte dei Magistrati dell'Associazione Nazionale Magistrati, delle Istituzioni, del giornalismo, della politica, nè all'epoca dell'esecuzione dei sequestri nè in questi ultimi otto mesi, sui gravissimi fatti, ampiamente ricostruiti, descritti, documentati, riscontrati nell 1418 pagine dell'"incriminato" provvedimento di sequestro, compiuti da magistrati indagati per corruzione in atti giudiziari e falso che avevano tra l'altro, tolto con procedure illegittime al magistrato inquirente la trattazione di due gravissimi procedimenti penali.
    Non posso non meravigliarmi, inoltre, di come non vi sia stato allarme da parte dell'ANM, delle Istituzioni sulla circostanza che alcuni di questi Magistrati hanno continuato a trattare e gestire, dopo il 2 dicembre 2008 quei procedimenti penali.
    Nè posso non dolermi sull'adozione nei miei confronti di una sanzione così grave (sospensione dalle funzioni e dallo stipendio), pur non essendo indagato di gravi reati, come corruzione e falso, ma essendomi prodigato come dovevo per le funzioni esercitate per verificare la commissione di questi gravi delitti. Sereno per aver sempre compiuto il mio dovere, nonostante le difficoltà incontrate come in questo caso, orgoglioso di aver ispirato ed assicurato nei cittadini fiducia nella Giustizia, così come testimoniato da tanti messaggi, ma deluso dal silenzio dell'ANM e delle Istituzioni sui fatti allarmanti e dal trattamento ricevuto dopo essermi impegnato per accertare tali fatti, ritengo di esprimere la mia profonda amarezza lasciando la Magistratura.
    Dichiaro, pertanto, di rinunciare con effetto immediato ad essere trattenuto in servizio fino al 75° anno di età, così come autorizzato con DDMM 9 marzo 2006»
    .
Fonte: http://www.cittadinoqualunque.com/2009/07/la-lettera-di-dimissioni-di-luigi.html