domenica 9 maggio 2010

Sempre in tema di scheletri negli armadi...

Cosa mai può accomunare un ex fascista e un ex comunista, oltre al fatto di essere concittadini? Il tornaconto di fare politica in Italia e all'italiana. 
Nel post precedente ho riportato quanto è stato scritto su uno degli scheletri nell'armadio del segretario del PD, Pier Luigi Bersani, ex comunista.
Adesso tocca, per par condicio, all'ex fascista, ora pidiellino e presidente della camera dei deputati, Gianfranco Fini, anche lui emiliano di Bologna come Bersani. 

Un'Italia di gente fortunatissima
di Caterina Soffici
 
Capita a volte che uno stia lì a zappare l’orto e spunta un iraniano che gli regala un po’ di lingotti d'oro. A voi non è successo? Strano. Perché Angelo Zampolini, l’architetto finito nella bufera come portatore di assegni per il gruppo Anemone, ha spiegato così l’origine dei 2,8 milioni di euro transitati sul suo conto.
 
I soldi erano un lascito del padre, un coltivatore diretto. Come se li era procurati? «Aveva ricevuto molti lingotti da un signore iraniano». Come si chiamava? Non si sa, ovvio. Volete mica che un iraniano di passaggio pieno di lingotti d’oro ti lascia pure le ricevuta. Questo significa essere nati con la camicia, mica scherzi.

Siamo un Paese di gente fortunata, noi. Basta con questa idiozia della dea bendata. La fortuna invece ci vede benissimo e bacia sempre i soliti noti. Sennò come ve lo spiegate che uno come Luciano Gaucci va dal tabaccaio, compra una schedina del Superenalotto e vince la bellezza di 2,8 miliardi di vecchie lire. Proprio lui, che ha già una squadra di calcio e la villa con la scalinata e gli stucchi dove gira i filmini. Ecco come compra quattro appartamenti per la sua donna Elisabetta Tulliani, ora compagna di Fini.

Perché la fortuna mica bacia gli sfigati, quelli che per comprarsi un monolocale vista ferrovia fanno un mutuo ventennale e firmano cambiali per una Panda usata. A quelli nati con la camicia capitano sempre cose fantastiche. Scajola si è ritrovato con due due terzi dell’appartamento pagati a sua insaputa e il fenomeno ha del paranomale. Ma altri fortunati hanno comprato case pagando fino alla metà del valore di mercato: Walter Veltroni (337.590 euro per 190 mq nel 2005 vicino a via Veneto a Roma, contro un valore di 767mila) o Franco Marini (330mq ai Parioli per 1 milione di euro quando il prezzo era di 2,2) o Luciano Violante (327mila euro quando il prezzo di mercato era di 637mila), ma anche Francesco Pionati, Rosy Bindi e Nicola Mancino… Ora si parla di sospetti su altre 15 compravendite. Avranno la camicia o no?

da Prima pagina de il Riformista del 7 maggio 2010 [Fonte]